Fiocco rosa dalla Cina: un dono di nome Shanhu

Lista speciale è un nome che può intimorire un’aspirante coppia adottiva. Non è stato così per Nicoletta e Andrea Pugliotto che, grazie al loro lavoro di infermieri, sanno che “tutto si può affrontare, basta aprire le porte di casa a un bambino che chiede solo di essere amato”. Sono rientrati il 9 marzo dalla Cina con Shanhu, una bambina di due anni nata con il piedino torto.

Ne parliamo con le neo-mamma Nicoletta:

Ci racconta il momento dell’incontro?

Aspettavamo da tanto di poter abbracciare Shanhu. Il giorno della partenza, il volo aveva un notevole ritardo così, quando siamo finalmente arrivati al palazzo del CCAA di Zeijang, la nostra Shanhu era rimasta l’unica a non aver abbracciato i suoi genitori. L’abbiamo vista salendo di corsa le scale…ci aspettava in piedi sulla soglia della porta. E’ stato un momento indimenticabile, ci siamo inginocchiati per abbracciarla.

E i primi giorni trascorsi insieme?

All’inizio era chiusa come in un guscio. Non piangeva, non si esprimeva, non ci guardava, le uniche reazioni che dimostrava erano di timore. Siamo rimasti in Cina con lei 17 giorni. Poco alla volta ha iniziato ad aprirsi, abbiamo notato subito il cambiamento quando ci ha preso le dita delle mani per farci camminare con lei. Ci chiedeva la mano, ci stringeva forte l’indice; in questi momenti ha cominciato a dimostrarci la sua fiducia. Abbiamo capito che ha iniziato a fidarsi completamente di noi, quando si muoveva e con lo sguardo ci cercava. E’ lì che ha iniziato a sorridere, era felice.

Come avete reagite quando vi è stato proposto l’abbinamento con un bambino special need?

Neppure un attimo abbiamo pensato fosse un problema, una difficoltà. Siamo due infermieri quindi conosciamo bene le sofferenze delle malattie, ma nel caso della nostra Shanhu abbiamo capito subito che “special need” non significava nulla. Il problema che aveva dalla nascita del piedino torto, era già stato superato grazie a un intervento; non ha difficoltà a camminare. A prescindere da questo, per noi non è mai stato e non sarà mai una preoccupazione far fare alla bambina cure, terapie, interventi. Sono tutte cose che si risolvono. Esistono ormai centinaia di possibilità per affrontare anche problemi di salute gravi. Ogni giorno, nel nostro lavoro, vediamo persone malate che riescono a curarsi, a uscire dalla malattia.

Se volesse dare un messaggio agli aspiranti genitori cosa direbbe?

Qualche giorno fa ero a passeggio con Shanhu e mio marito e ci siamo detti “che cosa incredibile, non ci ricordiamo quasi più i momenti difficili dell’adozione!”. E’ proprio così, come le madri che dimenticano il doloro del parto, anche noi abbiamo cancellato i momenti più duri del nostro percorso… penso che le energie spese dai genitori scompaiano di fronte alla forza e al coraggio che devono dimostrare di avere i bambini negli orfanotrofi. E’ un percorso non semplice, ma dà una gioia senza fine.