Il silenzio del Governo Letta: perché non è stato ancora nominato il Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali? Le conseguenze di un inspiegabile ritardo

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È bastata una protesta di poche persone che accusavano il sottosegretario Biancofiore di omofobia, perché Letta, al fine di evitare una prematura crisi di governo, facesse un rapido cambio di delega, per spostarla, da un giorno all’altro, dalle Pari Opportunità alla Semplificazione amministrativa.

Questa dinamicità stride molto di fronte all’immobilismo che il Governo Letta sta invece dimostrando, dall’altro lato, verso le famiglie. Infatti, come è noto, non solo non è stato nominato un Ministro alla Famiglia o , in subordine, un Vice Ministro, ma neppure un sottosegretario (dei ben 40 appena nominati) con delega alla Famiglia. Tale inspiegabile mancanza si riflette direttamente sulla gestione delle adozioni internazionali, in quanto notoriamente, almeno secondo quanto avvenuto negli ultimi anni, la Presidenza della CAI – e quindi la responsabilità politica – viene assunta da chi ha ricevuto la delega sulla famiglia.

Quali sono i motivi del ritardo? Come si deve interpretare questo silenzio? È forse disinteresse?

Come già sappiamo, il settore delle adozioni internazionali sta attraversando un periodo di forte crisi. E i numeri parlano chiaro.

Secondo il Rapporto pubblicato recentemente dalla CAI (Commissione per le Adozioni Internazionali), infatti, il calo delle coppie che ottengono il decreto di idoneità non accenna ad arrestarsi.

Nel 2006, i decreti pervenuti alla CAI erano stati ben 6237, una cifra che era cresciuta, dal 2000, di anno in anno. Da questo momento inizia il crollo: nel 2009 sono 4509 (con un crollo del 10% annuo) e nel 2012 sono scesi sotto i 4000. Una erosione inesorabile che porterà, se non ci saranno interventi correttivi, alla fine inevitabile dell’adozione internazionale, non per “mancanza” di bambini , bensì di coppie che li vogliono adottare.

Il trend di diminuzione è vistoso anche nel numero delle coppie adottive e dei figli adottati: negli anni 2011-2012, si è registrato un calo delle adozioni da 3.154 a 2.469 (meno 21.7%), e una decrescita dei minori adottati da 4.022 a 3.106 (meno 22.8%).

Ma purtroppo la politica è assente. La stessa Commissione per le Adozioni Internazionali è stata letteralmente abbandonata politicamente, ed è stata mal gestita sotto il Ministro Riccardi, il peggior presidente che la storia della CAI ricordi: non ha mai fatto una missione all’estero; ha presenziato ad una sola riunione con gli Enti Autorizzati della durata di 50 minuti; e le volte in cui ha presieduto le riunioni della CAI si contano sulle dita di una mano.

Se non fosse stato per l’abnegazione della vicepresidente, la dott.ssa Bacchetta Daniela, che ha letteralmente svolto una azione di supplenza alla totale mancanza di una guida politica, si sarebbero verificati danni irreversibili al sistema italiano delle adozioni internazionali.

Ma ora la situazione sta diventando preoccupante: sul fronte internazionale , vi sono molti paesi di origine in difficoltà – Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Cambogia, Nepal, Haiti solo per citarne alcuni – che vorrebbero stringere accordi di collaborazione con i paesi di accoglienza al fine di essere sostenuti nella applicazione di corrette regole per la gestione della adozione internazionale, paesi che, a differenza dell’Italia, stanno rispondendo al fine di accreditare le loro coppie presso le varie Autorità Centrali.

In tale quadro, giunge notizia che l’ICBF (l’Instituto Colombiano de Bienestar Familiar) e i rappresentanti delle Autorità Centrali per le adozioni internazionali dei Paesi riceventi aderenti alla Convenzione de l’Aya, si incontreranno il 29 e 30 maggio a Bogotà per esaminare congiuntamente i problemi e le prospettive dell’adozione internazionale dei minori colombiani.

In questa importante occasione, l’Italia rischia di presentarsi orfana di una guida politica davanti alla neo eletta direttrice dell’ICBF, Adriana Maria Gonzàlez Maxcyclak (nominata dal Presidente della Repubblica, Jan Manuel Santos pochi giorni fa).

Una ulteriore preoccupazione si aggiunge alla già precaria situazione delle adozioni internazionali in Italia: fra pochi mesi infatti scadrà definitivamente il mandato della attuale Vicepresidente della CAI , Daniela Bacchetta , l’unica persona veramente esperta della “materia” rimasta in circolazione, dopo l’andata in pensione di Maria Teresa Vinci, e ,fra l’altro, molto apprezzata dai partner internazionali.

Sono già molti gli Enti Autorizzati che auspicherebbero una modifica dell’attuale regolamento della Commissione, che non permette la proroga dell’incarico dopo due mandati ,al fine di consentire alla attuale Vicepresidente di garantire una continuità nella gestione della CAI, soluzione quanto mai opportuna in questo periodo di profonda crisi.

Ma senza una volontà politica di presa in carico del problema, diventa impossibile qualsiasi proiezione sul futuro delle adozioni internazionali.

Senza un appoggio politico, fra l’altro, anche tutte le proposte di modifica della legge sulle adozioni, già depositate in parlamento ,rischiano di restare lettera morta.