L’appello di Chiara. “C’è una famiglia che con il suo amore mi aiuti a spiccare il volo?”

biciclettaHa visto con i suoi occhi la violenza e subito sulla sua pelle le dirette conseguenze.  Immagini e cicatrici dell’anima che pian piano l’affetto e le cure di assistenti sociali e operatori della comunità (nella quale si trova) stanno curando e cancellando dalla sua mente. Ma per Chiara (nome di fantasia) la vera e unica “cura”  sarebbe una famiglia che accogliendola in casa, riuscirebbe a completare il suo percorso di ricostruzione  fino ad un’effettiva rinascita.

Chiara ha 13 anni e mezzo, vive in comunità da quasi due anni, ed è una ragazzina molto socievole: si relaziona bene con i coetanei e gli adulti; a scuola cerca d’impegnarsi anche se a volte risulta un po’ pigra (come del resto la maggior parte degli adolescenti). Adora andare in bicicletta, sentire il vento sulla faccia e con grande senso di libertà ama fare lunghe corse, prendere la rincorsa per all’improvviso allargare gambe e braccia come grandi ali. Pronta a spiccare il “volo”.

Del resto Chiara sta vivendo gli anni più delicati, quelli dell’adolescenza, le prime cotte, le prime uscite, i piccoli e grandi dubbi e pensieri di una ragazzina di 13 anni. E mai come in questo momento sarebbero preziosi i consigli e gli incoraggiamenti che solo una mamma sa dare. Quella che a Chiara manca dato che vede sporadicamente quella  biologica, come del resto il papà e i fratellini (già in affido).

Chiara non ha un passato semplice ma sta crescendo e vorrebbe una famiglia che la accogliesse, che fosse lì per lei, come è successo a diversi bambini della comunità.

E’ una piccola adulta che parla poco ma che cerca costantemente conferme e rassicurazioni. Come quelle che trova nella sua amica del cuore. Di lei scrive “ Lei mi comprende anche se non parlo, mi guarda in faccia”.

Proprio per quello che ha vissuto da piccola, Chiara ha un senso spiccato della famiglia, un grande spirito di protezione e di responsabilità. Spesso racconta agli operatori della comunità che quando era a casa pensava a tutto lei e chiede spesso dei fratellini.

Ma ora anche Chiara ha bisogno che qualcuno si prenda cura di lei (residente in Lombardia), ha bisogno che qualcuno le dica e le ripeta “non avere paura, non c’è più nessuno che ti fa del male, pensa un po’ a te, pensa a volerti bene”. 

Chiara è, infatti, pronta ad incontrare un’altra famiglia che le dia quella serenità che, anche se per poco, ha potuto provare.

Aiutateci allora a regalare pillole di felicità a Chiara: anche da voi dipende la loro crescita spensierata per diventare una donna serena. Se desiderate rendervi disponibili scrivete a italia@aibi.it oppure 02/988221 tasto 2 Sonia Albini o Maria Galeazzi.