Migranti. Papa Francesco “Parrocchie e famiglie non abbiate paura: anche loro sono nostri fratelli e sorelle”

papa migrantiSuperare la fase di emergenza, affrontare le cause delle migrazioni e le conseguenze che “imprimono volti nuovi alle società e ai popoli”. Tutto, tranne il silenzio e l’indifferenza, che diventano complicità quando si assiste “come spettatori” a naufragi, morti per soffocamento, stenti e violenze.  I migranti, persone in cammino, sempre più numerosi: sono loro al centro del messaggio che Papa Francesco ha reso noto ieri, 01 ottobre e che costituisce la base di riflessione della “Giornata del migrante e del rifugiato” che la Chiesa celebrerà domenica 17 gennaio 2016. Il tema è “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta è il Vangelo della misericordia”, e in questo modo si collega al tema scelto per l’Anno Santo che si aprirà l’8 dicembre.

I migranti sono nostri fratelli e sorelle, che cercano una vita migliore, lontano da povertà, fame, sfruttamento – ricorda il Papa nel Messaggio – Di fronte ai flussi migratori in continuo aumento in ogni area del Pianeta, il Vangelo della Misericordia, oggi più che in tempi passati scuote le coscienze e impedisce di abituarsi alle sofferenze degli altri”.

Le storie drammatiche di milioni di uomini e donne – continua interpellano la Comunità internazionale, di fronte all’insorgere di inaccettabili crisi umanitarie in molte zone del mondo e l’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità quando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi di migranti, regolari o irregolari che siano, ‘persone’ che abbandonando le loro terre d’origine, subiscono l’oltraggio dei trafficanti di esseri umani nel viaggio verso il sogno di un futuro migliore”.

E, “se poi sopravvivono agli abusi e alla avversità, devono fare i conti con realtà dove si annidano sospetti e paure”. “Non di rado infine – sottolinea il messaggio – incontrano la carenza di normative chiare e praticabili, che regolino l’accoglienza e prevedano itinerari di integrazione”, “con attenzione ai diritti e ai doveri di tutti”.

Per il Papa “i flussi migratori sono ormai una realtà strutturale e la prima questione che s’impone – spiega Francesco – è superare l’emergenza, poi occorre guardare alle ‘cause’ delle migrazioni e ai ‘cambiamenti’ che producono e alle ‘conseguenze’ che imprimono alle società e ai popoli. Chi emigra infatti è costretto a modificare taluni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non lo vuole, forza al cambiamento anche chi lo accoglie”.

Allora si chiede Francesco “come vivere queste mutazioni perché non siano ostacolo all’autentico sviluppo, ma siano opportunità  di autentica crescita umana, sociale e spirituale?  La presenza dei migranti e rifugiati interpella, infatti, seriamente le diverse società che devono far fronte a fatti nuovi che possono rivelarsi improvvidi se non adeguatamente motivati gestiti e regolati a prevenire il rischio della discriminazione, del razzismo, del nazionalismo estremo o della xenofobia”.

A tali questioni la Chiesa risponde con il Vangelo della misericordia: “siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle ovunque essi vivano”. Perché ognuno di noi è responsabile del suo vicino: “siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle – precisa –, ovunque essi vivano. La cura di buoni contatti personali e la capacità di superare pregiudizi e paure sono ingredienti essenziali per coltivare la cultura dell’incontro, dove si è disposti non solo a dare, ma anche a ricevere dagli altri. L’ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere“.

Infine, il Papa mette il dito sulla piaga delle nuove forme di schiavitù: i lavoratori forzati nell’edilizia e nell’agricoltura, le milizie che arruolano i bambini. Crimini da cui scappano “i profughi del nostro tempo”. Il Messaggio si conclude con un invito ai migranti: “Non lasciatevi rubare la gioia e la speranza che scaturiscono dall’esperienza della misericordia di Dio, che si manifesta nelle persone che incontrate lungo i vostri sentieri!”.