Ma il Congo è solo la punta dell’iceberg della crisi dell’adozione internazionale

CONGO350Dopo giorni e giorni di discussioni sulla situazione delle famiglie adottive bloccate in Congo, la vera notizia delle ultime ore forse è questa: le famiglie adottive francesi che erano in Congo sono rientrate regolarmente in Francia con i propri bambini. Questo, mentre alle 26 coppie italiane è stato suggerito, sull’altro fronte, di tornare in Italia senza i figli e aspettare che la situazione si sblocchi.

A meno di considerare i francesi dei privilegiati, o semplicemente più simpatici degli italiani, forse il vero problema è un altro: che l’adozione internazionale rimane la vera Cenerentola dell’agenda politica italiana, un tema di cui nessuno si occupa. Intervistato da “Giornalettismo”, il Presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini, ha denunciato ancora una volta la situazione di sbando in cui versa l’Autorità Centrale italiana, che in questo momento è di fatto acefala e priva delle risorse necessarie a svolgere la propria attività di network internazionale.

Abbiamo una ministra che va giù in Congo senza consultare gli autorizzati, abbiamo una vicepresidente (Daniela Bacchetta ndr) della Commissione adozioni internazionali in scadenza che non viene ancora sostituta, una Commissione che non ha soldi, ha dichiarato Griffini. “La situazione del Congo è la prima crisi sull’adozione internazionale. Ma è solo la punta dell’iceberg. Purtroppo potrebbero seguire altri casi.

E intanto il Parlamento cosa fa? Si concentra sui diritti di pochi, trascurando quelli di molti. Stando al calendario di dicembre delle commissioni di Camera e Senato, emerge infatti una certa urgenza nell’affrontare temi “caldi” come la regolamentazione delle coppie di fatto e del matrimonio tra persone omosessuali, con scadenze fissate a breve per la presentazione – ad esempio – di emendamenti al ddl sull’omofobia. Il tutto, con buona pace delle esortazioni pubbliche lanciate in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia, tra cui quella del Presidente Napolitano, che invitava il Parlamento a intervenire quanto prima in tema di riforma della legge sulle adozioni internazionali e sull’affido.

“Se non cambia la legge”, prosegue Griffini, “i problemi rimangono. Non possiamo mandare le coppie allo sbaraglio. Devono esser protette dalle ambasciate. Qui ci troviamo solo noi enti autorizzanti e le famiglie: con la Commissione svuotata di potere e senza soldi. E’ solo l’inizio, perché non si crede all’adozione nella politica estera in Italia.”

Lo dimostra il curioso “strabismo” di Letta, che ha trascurato le famiglie in Congo e ha preferito concentrarsi sul caso degli ultras laziali arrestati in Polonia, dove ha mandato persino un funzionario ad hoc, lasciando il solo ambasciatore italiano a rappresentare il governo a Kinshasa.

Al coro di voci di associazioni e genitori interessati che invocano interventi più efficaci sulla questione, si è aggiunta quella del blog “Mammeonline”, che ha lanciato un appello al Ministro Kyenge e al Ministro Bonino per chiedere al governo italiano “un intervento immediato e sollecito per portare a casa queste nuove famiglie”; la petizione, che è possibile sottoscrivere quiha già raggiunto quasi 5.000 firme.

Ai.Bi., insieme alle associazioni Cinque Pani ed Enzo B., ha convocato per mercoledì 11 dicembre, a Roma, presso la Sala Cinema dell’Hotel Nazionale, Piazza Montecitorio 131, una conferenza stampa congiunta intitolata “Adozioni Internazionali: gli Enti Autorizzati raccontano la situazione delle 24 famiglie italiane bloccate nella Repubblica Democratica del Congo”.