«Non lasciate morire l’adozione internazionale»

ROMA – Repubblica.it: «Adozioni, gravissima crisi». Il sito online dell’autorevole quotidiano del Gruppo Editoriale L’Espresso punta il dito contro gli ostacoli internazionali e burocratici dell’accoglienza, che ancora oggi barricano la dignità umana dei minori e il diritto ad essere figli dietro a un’aureola di indifferenza.

«Non lasciate morire l’adozione internazionale», titola l’articolo della giornalista Maria Novella De Luca, un pezzo tra appello e denuncia, pubblicato il 14 dicembre scorso. Tre, per la De Luca, i fattori della crisi-adozioni: «richieste in calo, burocrazia italiana e assoluta mancanza di politica estera, che contribuiscono a peggiorare le cose».

Dall’articolo: «Non è chiaro perché», con un aumento esponenziale dell’abbandono, «paesi come la Cambogia, il Vietnam, il Nepal o l’Africa o il Sudamerica chiudano le porte all’adozione internazionale, o facciano uscire i bambini con il contagocce – denuncia l’articolo –. I bambini resteranno negli Istituti, quando va bene, assai peggio quando va male», conclude la De Luca, chiaro riferimento alla vita di strada. La verità? Secondo le dichiarazioni dell’articolo, «l’adozione internazionale per i paesi “poveri” è un modo per ricattare i paesi “ricchi”. Più è difficile adottare, più si potranno chiedere soldi, denaro e aiuti. Giusti e sacrosanti questi ultimi, un po’ meno la catena di denaro che in molti casi lucra sul desiderio e sulla disperazione delle coppie. Forse, con un nuovo grande impegno della Commissione Adozioni Internazionali, e un governo più sensibile ai temi della cooperazione, qualcosa potrebbe cambiare».