20 Novembre Giornata mondiale dei diritti dell’Infanzia: ha senso che l’Italia festeggi?

Il 20 Novembre 2010 verrà celebrata la giornata universale dei diritti dell’infanzia. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1954 raccomandò a tutti i paesi di istituire una “Universal Children’s Day” – Giornata Universale dell’Infanzia (risoluzione 836(IX)) – da celebrarsi come giornata promotrice di comprensione reciproca tra i bambini e di attività per il benessere dei bambini di tutto il mondo. La data del 20 Novembre è infatti quella in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo (nel 1959) e la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (nel 1989).

Ha senso oggi festeggiare questa ricorrenza in Italia?

Il nostro Paese rischia seriamente di essere sanzionato dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee per non aver ancora ratificato la Convenzione de L’Aja del 1996, strumento fondamentale per completare il quadro normativo che consente di regolare a livello internazionale, fra i vari Stati, la giurisdizione, la competenza, la legge applicabile e il riconoscimento delle misure di protezione dell’infanzia.

Mentre attendiamo di avere notizie sull’approvazione dei disegni di legge sinora presentati in Parlamento per la ratifica della Convenzione (DDL n. 3739 dell’On. Luca Volonté, depositato lo scorso 30 settembre e assegnato alla III Commissione Affari esteri, e DDL n. 3858 dell’On. Aldo Di Biagio, depositato il 15 novembre scorso che al momento non risulta assegnato per l’esame) ci sono altre gravi altre carenze che lo Stato italiano ha manifestato di recente: sono ancora aperte le ferite di Haiti che, come noto, hanno ripreso a sanguinare da quando è in corso una gravissima epidemia di colera che conta già oltre 1100 vittime fra cui tantissimi bambini.

Com’è potuta sfuggire agli esperti, anche italiani, – che hanno partecipato ai primi sopralluoghi per programmare la ricostruzione dell’isola di Haiti – che ci sarebbe stato questo enorme contraccolpo dovuto alla completa malasanità delle acque e delle condizioni di vita?

Perché invece di disquisire con argomentazioni di puro principio, il Governo italiano non si è occupato di trovare delle soluzioni che, in attesa della ricostruzione dell’isola, potessero garantire l’accoglienza e la cura delle migliaia di bambini haitiani, accogliendo per esempio – invece di attaccarla come è avvenuto – la proposta di avviare un accordo internazionale per l’affidamento internazionale temporaneo dei bimbi haitiani da parte delle famiglie europee?

Ecco i risultati che l’Italia è oggi in grado di garantire ai bambini!

Crediamo che per rispetto dei bambini di Haiti e per tutti quelli in attesa di vedere riconosciuti i propri diritti senza limiti territoriali, sarebbe bene che per domani l’Italia celebrasse con lutto e silenzio l’importante giornata in agenda.