Bene gli Stati Generali della Natalità, ma la cenerentola adozione internazionale non è stata invitata

Marco Griffini (Ai.Bi. Amici dei Bambini): “200 milioni di bambini invisibili, già nati ma non più figli, chiedono i loro “Stati Generali”, affinché, finalmente, qualcuno si accorga anche di loro

Venerdì 14 maggio 2021 sono stati celebrati gli Stati Generali della Natalità: un evento che possiamo indubbiamente definire storico, che ha visto la partecipazione del Santo Padre e del Primo Ministro Mario Draghi, oltre a un nutrito e ben rappresentativo parterre.

Stati Generali della Natalità: bene, ma l’adozione internazionale è rimasta “fuori dalla porta”

Abbiamo espresso la nostra soddisfazione anche perché l’evento è stato organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari, che ha dimostrato ancora una volta come la società civile abbia ben presente quali siano i problemi urgenti della cittadinanza e come possa rappresentarli a chi ci governa.

Ci rimane però un rammarico, perché milioni di famiglie, venerdì, si sono sentite escluse, come se il tema della natalità non li riguardasse affatto: ci riferiamo a quelle circa 4 milioni di coppie sposate sterili, che, in realtà, con il tema della natalità si confrontano continuamente.
Che ogni famiglia desideri avere dei figli è stato più volte ripetuto, anche dagli stessi Stati Generali. Ora, a ben guardare, a una coppia sterile rimangono queste quattro alternative:

  • Rassegnarsi a non avere figli;
  • Rivolgersi alla pratica illegale e aberrante dell’utero in affitto, la nuova forma di schiavitù moderna;
  • Ricorrere alle varie pratiche della maternità assistita, compresa anche la tanto discussa eterologa: tutte pratiche sulle quali non viene mai detta l’intera verità rispetto, da un lato, all’effettiva efficacia delle cure, dall’altro sui danni procurati al corpo della donna e del futuro nascituro dal ricorso a quello che è una sorta di accanimento terapeutico;
  • Provare “l’ultima spiaggia”: la cenerentola dell’adozione internazionale. E, qui, i numeri sono drammatici. Se, infatti, qualche anno fa erano migliaia le coppie che si rivolgevano ai tribunali per chiedere l’idoneità all’adozione, nel 2020 le domande si sono drasticamente ridotte, attestandosi a poco più di 2000, anche se non esiste un dato ufficiale pubblicato.

Adozione Internazionale: un bonus da 10.000 euro per le coppie che adottano un bambino abbandonato

Cosa occorrerebbe fare, quindi, per dare una vera svolta e una concreta speranza non solo a questi milioni di copie sterili ma soprattutto ai milioni e milioni di bambini abbandonati?
La legge sull’adozione internazionale in Italia è molto vecchia, risale al 1983, quasi quarant’anni fa. Ma una sua eventuale riforma è bloccata dalla richiesta di aprire l’adozione anche alle coppie omosessuali. Quindi, ancora una volta, presunti diritti degli adulti penalizzano i veri diritti dei minori.
La conseguenza è che in Italia l’adozione internazionale è ancora regolata da questa legge obsoleta, che vede, per esempio, unico paese in Europa, la necessità di ricorrere a un tribunale per ottenere il via libera a diventare genitori.
Il problema di fondo è che la pratica attuazione della legge è ora permeata da un taglio culturale che non considera, come dovrebbe essere, la coppia adottiva una preziosa risorsa per un bambino abbandonato, quindi da formare e accompagnare, ma come una scomoda realtà da selezionare, quasi fosse mossa dal sentimento egoistico di avere un figlio a tutti i costi.

In attesa della possibilità di una radicale riforma culturale della legge, crediamo che un primo passo urgente e immediato, se vogliamo realmente ricomprendere l’adozione internazionale in questo virtuoso percorso di lotta alla denatalità, possa essere fatto: il riconoscimento totale della gratuità. A ciò si può arrivare semplicemente con la concessione di un bonus, come più volte richiesto dal movimento delle famiglie adottive.

Ma sarà necessaria anche un’azione sinergica con gli altri Stati, Iniziando dall’Europa, per mettere mano alla modifica della convenzione ONU dell’89 sui Diritti dell’infanzia, per colmare finalmente quella vergognosa lacuna per cui fra gli importanti diritti elencati dalla convenzione non figura quello che noi riteniamo essere fondamentale per ogni bambino: il diritto a essere figlio e, quindi, a vivere e crescere in una famiglia.
Crediamo infatti che in una stagione in cui si lotta e si combatte tanto per i diritti degli adulti, non possa non avere un posto di rilievo anche questo sacrosanto diritto, che sembra essere stato dimenticato perfino dalle grandi organizzazioni internazionali preposte dagli Stati alla tutela dei diritti dei minori.

200 milioni di bambini invisibili, già nati ma non più figli, chiedono i loro “Stati Generali”: che finalmente qualcuno si accorga anche di loro.