BAMBINIxLAPACE. Ripartire da Kiev: nascono i Punti Ai.Bi. per l’Ucraina

A breve, a Kiev, nascerà il primo dei “Punti Ai.Bi” per l’Ucraina: spazi sicuri, con educatori e personale specializzato, nei quali i bambini potranno ritrovare un po’ di serenità e riprendersi dai traumi della guerra

La guerra fa perdere la memoria, specie se sei un bambino. Troppi gli incubi, troppe le paure: la mente semplicemente cancella, spranga la porta. Ci si dimentica di mangiare, anche a distanza di tempo.
Molti bambini e ragazzi ucraini stanno già vivendo, nel corpo e nell’animo, la cosiddetta sindrome da stress post traumatico, una patologia che si innesca in chi ha sperimentato traumi incontenibili: hanno vissuto sotto i bombardamenti, hanno perso i familiari, sono scappati dalle loro case per ritrovarsi in centri per sfollati o in un paese straniero. E chi è rimasto, nelle città distrutte e con famiglie straziate, avrà davanti a sé, ancora per molto tempo, cumuli di macerie e dolori di cui non si può immaginare la profondità.

Un aiuto grazie a tutti i sostenitori della campagna BAMBINIxLAPACE

Ai.Bi., in Ucraina, non ha mai fermato al sua attività, rimanendo in contatto, quando possibile, con i minori dell’Istituto Volodarka, con il quale ha attivo da tempo un progetto di Adozione a Distanza, e aiutando i minori e le case-famiglie che hanno chiesto aiuto per mettersi in salvo.
Ora, però, con il cambiamento della situazione nel nord del Paese, Ai.Bi. è già al lavoro anche per ricostruire, ripartendo come sempre dai bambini che, a differenza degli adulti, sono carichi di resilienza e mostrano, anche nei momenti più bui, capacità di rinnovamento.
Il gioco è linguaggio universale ed è anche e soprattutto relazione: dal saper giocare, dal saper rispettare le regole dei giochi, si può perfino educare alla pace.
Così, a breve, a Kiev, soprattutto grazie alla grande generosità dei donatori della campagna #BAMBINIxLAPACE, aprirà il primo Punto Ai.Bi.: un luogo sicuro, colorato, liberato dalla macerie belliche e raggiungibile con un percorso sminato e sicuro. Uno spazio dove i bambini potranno trascorrere le giornate in un ambiente il più possibile sereno, insieme a educatori, animatori e personale specializzato per affrontare la terribile sindrome da stress post traumatico.

L’esperienza dei Punti Ai.Bi. nei Balcani

L’esperienza dei Punti Ai.Bi. viene da lontano: dopo le guerre nei Balcani, a fine anni Novanta, Ai.Bi. avviò un progetto di cooperazione internazionale in tutta l’area che non solo era stata distrutta da anni di combattimenti e dai bombardamenti Nato, ma era ancora minata di odio tra le diverse popolazioni, serbi, croati, kossovari, albanesi, bosniaci.
Ai.Bi. iniziò quindi un paziente processo di tessitura di legami tra comunità diverse coinvolgendo i bambini e gli adolescenti che con maggiori probabilità di successo potevano imparare a convivere nelle diversità, negli opposti.
Kosovo, Albania, Bosnia Erzegovina furono i paesi costellati dai Punti Ai.Bi., tanti quanti le tessere del mosaico che ancora oggi si osservano nel logo dell’associazione a comporre la chioma dell’albero.
I Punti si vedevano la lontano, indicati da cartelli lungo le strade – erano aree circondate da vistosi nastri arancioni, quasi ad abbracciare tutti i piccoli ospiti – e si sentivano, per il vociare e il gridare dei bambini che spezzavano l’aria ferma dopo la guerra.
Tante sono le storie che ancora oggi si ricordano da quelle esperienze, tesoro prezioso per i progetti che, dai prossimi giorni, troveranno sviluppo a Kiev e, da lì, nei territori limitrofi martoriati dalla guerra.
Una di queste storie riporta a Dreni, un ragazzino di un piccolo villaggio in Kosovo, rimasto nascosto in cantina con i suoi familiari per lungo tempo. Un soldato dell’esercito serbo trovò quella cantina, e lui rimase solo. Fuggì da una finestra del seminterrato, rimasta aperta.
La sua corsa disperata lo salvò, e settimane dopo gli educatori di un Punto Ai.Bi. e i referenti della sede di Pristina accolsero lui e la sua storia. Per Dreni il nastro arancione e le bandierine erano i segni della pace, a differenza del rosso che indicava la presenza di mine nei campi. E giocando a pallone o a pallavolo, facendo girotondo e merenda tutti insieme, i bambini come Dreni medicavano i traumi e ricostruivano nuova memoria.

Sostieni anche tu la campagna di Ai.Bi. BAMBINIXLAPACE

Ai.Bi. – Amici dei bambini ha messo in campo una campagna dedicata alla crisi ucraina: BAMBINIxLAPACE, alla quale chiunque può partecipare scegliendo una delle varie modalità di aiuto e vicinanza alle famiglie e i bambini ucraini.
Oggi aiutare un bambino ucraino in fuga dalla guerra, significa tenere viva la sua speranza che la guerra non è l’ultima parola della sua vita e che anche per lui ci sarà un futuro sereno nella sua terra.
EMERGENZA UCRAINA