BAMBINIXLAPACE. Moldova. Come interveniamo sui “danni alla mente” prodotti dalla guerra in corso?

“Uno degli obiettivi degli interventi di sostegno psicologico del progetto “BAMBINIxLAPACE” è lavorare con le famiglie profughe, che sono sfuggite agli orrori della guerra per aiutarle ad inserirsi in una nuova comunità”

 

L’intervento psicologico che è parte del servizio Ludobus di Ai.Bi., così com’è l’intervento di animazione socio-educativa, è rivolto in particolare ai genitori dei bambini in difficoltà che incontriamo durante le attività che svolgiamo sul territorio. Perciò, oltre ad un lavoro meno impegnativo per il bambino (che è il gioco), cerchiamo di venire incontro, con servizi di supporto psico-sociale anche ai genitori, moldavi e/o ucraini, delle comunità moldave, beneficiarie di assistenza umanitaria grazie al progetto #BAMBINIxLAPACE.

 L’attività di supporto psicologico per i genitori ucraini

L’intervento dello psicologo ha un carattere istruttivo-educativo e ricopre temi legati allo stress genitoriale e alla comunicazione con i figli, per cui viene percepito dai genitori, la presenza dei quali si nota in continua crescita, come un’incontro di mutuo sostegno, una sessione in cui possono esprimere i loro ragionamenti, dubbi, timori rispetto alla propria esperienza genitoriale e alla situazione attuale che riguarda la gestione del flusso dei rifugiati nel Paese.

Reticenti e poco comunitivi, all’inizio, i genitori si lasciano piano piano coinvolgere nelle conversazioni guidate dallo psicologo, appena si affrontano argomenti meno dolorosi, ma altrettanto sensibili, che necessitano di un approccio molto attento. Poco a poco, situazione permettendo, le discussioni vengono approfondite, integrando aspetti più delicati.

“La cosa più difficile nel nostro lavoro – sostiene la psicologa Silvia Strogotean– è concretizzare un risultato, quello che è simile alla coltivazione di una pianta: prima mettiamo il seme nella terra, lo innaffiamo abbastanza e poi aspettiamo… Non sappiamo quello che succede dentro, come germina quel seme o come cresce quella piccola pianta, finché esce alla luce e si fa vedere”.

Un altro aspetto importante che va preso in considerazione è la varietà del pubblico con il quale si viene a contatto.

Da un lato ci sono le realtà socialmente vulnerabili del Paese e dall’altro lato ci sono le persone sfollate, scappate dalla guerra, che sono, anche loro, in uno stato di vulnerabilità.

Dato che il nostro intervento è volto ad un pubblico misto (che definiamo come un seme) – spiega la specialista – più precisamente ci riferiamo alle persone di varie nazionalità, etnie, culture, la comunicazione e l’esperienza di lavoro risultano sempre molto diversa.

In tali contesti, la mediazione di uno psicologo funge da garante di sicurezza e qualità per quello che riguarda la crescita e lo “sviluppo sano” di quel seme. (…)

Lavorare con le persone profughe, che sono sfuggite agli orrori della guerra ed aiutarle ad inserirsi in una nuova comunità, come è appunto la comunità moldava, richiede uno sforzo doppio da parte nostra, come figure professionali: prima bisogna “preparare” quella comunità all’accoglienza e poi accompagnare chi ha bisogno nel suo percorso di inserimento sociale con il dovuto appoggio. Ovvero, se vogliamo che il nuovo ambito sia veramente ospitante e sicuro, anzitutto dobbiamo consolidarlo, aiutandolo a diventare un ambito forte e capace di gestire i propri bisogni. Teniamo conto, in questo caso, degli eventi succedutisi negli ultimi tempi, che hanno lasciato conseguenze visibili sul nostro Paese: il passato storico della Moldova, che non è stato privo di conflitti armati, la crisi economica, poi quella pandemica e poi la gestione del flusso dei profughi che dura da più di cinque mesi, e che porta con sé timori legati allo scoppio di un possibile conflitto anche nel nostro Paese.

Per tali ragioni, conclude la psicologa, è molto importante che i nostri interventi siano orientati al sostegno della salute mentale della popolazione. Una volta raggiunto quest’obbiettivo, si potrebbero “coprire” più aspetti che riguardano sia lo sviluppo dei bambini, che la formazione di una società aperta all’accoglienza, nonché la coesione sociale tra i rifugiati e le comunità ospitanti.

 

Sostieni anche tu la campagna di Ai.Bi. BAMBINIXLAPACE

Ai.Bi. – Amici dei bambini ha messo in campo fin dall’inizio del conflitto una campagna dedicata alla crisi ucraina: BAMBINIxLAPACE, alla quale chiunque può partecipare scegliendo una delle varie modalità di aiuto e vicinanza alle famiglie e i bambini ucraini.
Oggi, aiutare un bambino ucraino in fuga dalla guerra significa tenere viva la sua speranza che la guerra non è l’ultima parola della sua vita e che anche per lui ci sarà un futuro sereno nella sua terra. EMERGENZA UCRAINA