Case di comunità. Indietro il piano che prevede la creazione di oltre 1700 strutture per i servizi alla famiglia

Il grande ritardo dei servizi alla famiglia sul territorio

Secondo gli ultimi dati, in Italia sono aperte 660 Case di comunità rispetto alle 1.723 previste. E solo 46 erogano tutti i servizi

Tra i grandi progetti previsti grazie ai fondi del PNRR c’è quello della riorganizzazione delle strutture per le cure sul territorio. Ben 2 i miliardi dedicati al raggiungimento dell’obiettivo finale: avere 1723 “Case di comunità”, distribuite su tutto il territorio nazionale.

I dati peggiori al sud

L’importanza di una presenza più capillare di questa sorta di “maxi-ambulatori” era risultata evidente ai tempo del Covid, quando il crescere dei bisogni e delle richieste aveva portato in tempo brevi all’intasamento dei pronto soccorso. L’idea, allora, era stata quella di creare una rete di strutture che fungessero da riferimento per diverse prestazioni medico-sanitarie che interessano i cittadini: dai prelievi alla somministrazione delle vaccinazioni; dalla prenotazione delle prestazioni e i primi esami diagnostici alle cure domiciliari, fino all’integrazione con i servizi sociali.
Il programma era senza dubbio ambizioso, ma il quadro tracciato dagli ultimi dati del report di Agenas (l’Agenzia per i servizi sanitari regionali) è quasi impietoso. Come riporta Il Sole 24 Ore, in Italia ci sono, al momento, 660 Case di comunità. Ma, di queste, solo 46 forniscono tutti i servizi sanitari che la legge prevede dovrebbero fornire, mentre la presenza di almeno un medico nell’arco delle ore di apertura delle strutture è garantita solo in 172 di esse.
Anche peggio vanno le cose dal punto di vista della distribuzione territoriale, con sole 41 Case di comunità presenti al Sud e tre regioni senza nemmeno un esemplare: Abruzzo, Basilicata e Campania. A loro si aggiunge, al nord, la Provincia autonoma di Bolzano.

Mancano strutture, medici e infermieri

Ma è nei servizi offerti e nella presenza del personale che si è ancora lontanissimi dagli obiettivi. La regione migliore, con 12 case di comunità complete di tutto, è la Lombardia; ma se si guarda il numero rispetto al totale di 204 Cdc previste, si capisce come la distanza dall’obiettivo sia ancora enorme. Seguono l’Emilia-Romagna, con 8 Case di comunità complete sulle 187 programmate, la Toscana (con 7 Cdc su 157) e il Lazio (con 5 Cdc su 146).
Queste difficoltà si legano anche alla mancata riforma dei medici di famiglia, che di queste strutture dovrebbero essere uno dei servizi principali, e della mancata assunzione del personale che servirebbe per far andare a pieno regime le Case di comunità.