Adolescenti in affido: sfide, ascolto e nuove possibilità

Un percorso fatto di ascolto, pazienza e piccoli gesti quotidiani, in cui adolescenti con storie complesse possono ritrovare fiducia, appartenenza e nuove possibilità di futuro grazie a famiglie capaci di restare, anche quando tutto sembra difficile

Accogliere un adolescente in affido è un gesto che richiede coraggio, apertura e una profonda disponibilità all’ascolto. È naturale che, di fronte alla possibilità di accogliere un ragazzo o una ragazza tra i 12 e i 18 anni, emergano dubbi e timori. L’adolescenza è spesso associata a conflitti, opposizione, silenzi e ribellione. Ma è anche una fase straordinaria della vita, in cui si costruisce l’identità, si esplorano i confini del sé e si cercano nuovi modelli relazionali. Proprio per questo può diventare un terreno fertile per legami autentici e trasformativi.

Traumi e ferite

Gli adolescenti che entrano in affido non portano con sé soltanto le sfide tipiche della loro età. Portano una storia, spesso segnata da ferite profonde, da relazioni interrotte, da esperienze di abbandono o trascuratezza. Hanno imparato a non fidarsi e a proteggersi dietro una corazza fatta di silenzi, provocazioni e chiusure. Non è ostilità, ma difesa. Il loro comportamento, a volte difficile da interpretare, è spesso il linguaggio di un dolore che non ha ancora trovato parole.

Entrare in punta di piedi nel mondo di un adolescente

Il senso di inadeguatezza è una componente frequente e dolorosa. Molti adolescenti in affido si sentono “sbagliati”, non degni d’amore, incapaci di essere accettati. Questo vissuto si riflette nelle relazioni: possono apparire distanti, sfuggenti, diffidenti. Ma sotto quella superficie c’è un bisogno profondo di appartenenza, di riconoscimento, di legami veri.
Accogliere un adolescente significa entrare in punta di piedi nel suo mondo, accettarne i tempi, rispettarne i silenzi, tollerarne le contraddizioni. È un’unione fatta di piccoli passi, di gesti quotidiani che costruiscono fiducia. Non si tratta di ottenere gratitudine, ma di offrire coerenza. Di essere presenti, anche quando l’altro sembra respingere. Di restare, anche quando il legame appare fragile.

La testimonianza

Daniele, affidatario di un ragazzo di 15 anni, racconta:

“All’inizio non ci parlava. Ci guardava come se dovessimo dimostrargli qualcosa. E forse era vero. Ma poi ha cominciato a fidarsi dei piccoli gesti: un messaggio prima di scuola, il piatto preferito a cena. Ora parliamo di futuro, non solo di passato.”
Questa testimonianza racchiude l’essenza dell’affido adolescenziale: la costruzione di un legame che non si impone, ma si conquista. Che non nasce dalla necessità, ma dalla scelta. Che non si misura nelle parole, ma nei gesti.

Gli aspetti positivi: crescere insieme

L’affido di un adolescente non è solo una sfida: è anche una straordinaria opportunità di crescita reciproca. Gli adolescenti sono intensi, curiosi, pieni di domande. Stimolano il confronto, mettono in discussione, cercano autenticità. E chi li accoglie scopre una nuova dimensione dell’affettività: meno immediata, forse, ma più consapevole e profonda.
Condividere la quotidianità con un adolescente significa entrare in contatto con passioni vive — musica, sport, cinema, tecnologia — che possono diventare ponti relazionali. Significa assistere alla costruzione di un’identità, accompagnare un giovane nel suo percorso verso l’autonomia, essere testimoni di piccoli grandi cambiamenti. Quando un adolescente sceglie di fidarsi, lo fa con consapevolezza. E quel legame, costruito con fatica e rispetto, può diventare fortissimo.
L’affidatario non è solo un educatore: diventa un punto di riferimento, un alleato, una figura significativa. E questo ruolo, seppur complesso, è fonte di grande soddisfazione.
Per il ragazzo o la ragazza, rappresenta la possibilità di sperimentare una relazione stabile e affidabile, non condizionata dal passato. È un’occasione per rivedere le proprie convinzioni, per ricostruire fiducia, per sviluppare competenze relazionali ed emotive.
Per l’affidatario è un percorso di crescita personale: si impara a comunicare in modo nuovo, a gestire le emozioni, a mettersi in discussione. Si scopre che l’educazione non è solo trasmissione di regole, ma costruzione di senso; che l’ascolto è più potente della parola; che la presenza, anche silenziosa, può essere trasformativa.

Un atto di fiducia

L’affido non è solo un aiuto per chi ne ha bisogno. È anche un atto di fiducia nel cambiamento. È la scelta di credere che, anche quando tutto sembra difficile, il legame può fare la differenza. È la possibilità di costruire insieme un nuovo senso di appartenenza, di riscrivere una storia, di offrire un futuro.

Informazioni e richieste sull’affido familiare

Chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, può partecipare agli incontri organizzati da Amici dei Bambini
Tutte le informazioni si trovano alla pagina dedicata del sito.