“AAA – Ministro con delega all’adozione internazionale cercasi”. Nessuno vuole la “patata bollente” della presidenza Cai

boschi audizioneLa politica fugge dai problemi dell’adozione internazionale. A quanto pare, all’interno del nuovo esecutivo guidato da Paolo Gentiloni, la ricerca di una figura – ministro o sottosegretario – disposto ad assumersi le deleghe di presidente della Commissione Adozioni Internazionali si sta rivelando una vera impresa. Il nome del sostituto di Maria Elena Boschi alla guida dell’Autorità Centrale italiana è destinato quindi a rimanere a lungo un mistero. Troppe, evidentemente, le “gatte da pelare” in un’istituzione di fatto paralizzata da quasi 3 anni.

I problemi emergono a ritmo quasi quotidiano. È di ieri, martedì 20 dicembre, per esempio, la notizia della rinuncia da parte della delegazione della Federazione Russa alla visita in Italia per parlare di adozioni internazionali. Causa: la crisi di governo che ha interessato il nostro Paese. Ma l’annullamento della missione dei delegati russi è solo l’ultimo di una serie. Anche le previste visite dei rappresentanti di Vietnam e Bolivia non sono più avvenute. Con i primi ci sarebbe dovuto discutere dei riaccreditamenti per gli enti autorizzati. La delegazione boliviana avrebbe invece ripreso i rapporti con l’Italia dopo 7 anni di chiusura delle adozioni internazionali. “Avrebbe”, appunto. Perché della missione nel nostro Paese, anche in quel caso, non se ne è fatto più nulla.

Sempre negli ultimi giorni, inoltre, si stanno rincorrendo sui social network le voci di alcune coppie italiane partite per i Paesi di origine dei loro figli adottivi come previsto dai rispettivi iter e rimaste bloccate all’estero perché, a quanto sembra, non c’è nessuno alla Cai che possa firmare le relative autorizzazioni all’ingresso in Italia. E tutto lascia pensare che saranno costrette a passare il Natale lontano da casa.

Senza dimenticare le continue e ininterrotte proteste delle famiglie che, ormai da 5 anni, attendono i rimborsi delle spese sostenute per la loro adozione. Sui giornali hanno letto che la legge di Stabilità per il 2017, recentemente approvata, ha rifinanziato il Fondo per le Adozioni Internazionali con 5 milioni di euro, che si sono aggiunti ai 15 già previsti dalla manovra per il 2016. Ma questi soldi non li ha ancora visti nessuno e rimborsi sono fermi alle famiglie che hanno adottato nel 2011.

E ancora: ormai da oltre 2 mesi la Cai non ha più un dirigente generale. Il mandato triennale ricoperto fino all’inizio di ottobre da Anna Siggillino è scaduto e, fino a oggi, non è stato affidato a nessun altro.

Insomma siamo davanti a una paralisi totale. L’esperienza dell’ex ministro Boschi al vertice della Cai si è rivelata del tutto negativa. Nominata a maggio dall’ex premier Renzi ed entrata in carico a giugno, Boschi non ha mai convocato la Commissione, non ha sbloccato i rimborsi e, stando a quanto riferito a ottobre dal settimanale “Panorama”, non ha avuto alcuna forma di collaborazione con la vicepresidente Silvia Della Monica. Anche per questo, pochi giorni fa, un papà adottivo ha affidato ai social network il suo estremo appello a Maria Elena Boschi, chiedendo il perché di “una immobilità incomprensibile, di un disinteresse, di una mancata percezione del ruolo, di un vuoto di fronte alle conseguenze”.

Alla luce di questo, dunque, chi si azzarda a prendere in mano una situazione come quella a cui è stata ridotta la Cai? Evidentemente nessuno è disposto a farlo. Dopo la paralisi della gestione Della Monica e il fallimento di Boschi, si tratterebbe di ricostruire ciò che è andato distrutto negli ultimi 3 anni. Impresa troppo ardua: tanto che nessuno, a quanto pare, vuole metterci la faccia.