adozione internazionale, il programma del partito Civica Popolare

Adozione internazionale secondo Civica Popolare. Il candidato Di Biagio: “Adozioni possono essere un motore alternativo per rinnovare il trend della natalità”

Sull’ipotesi di gratuità, chiarisce: “E’ tema che ho portato già nella 16ma Legislatura in una proposta di legge che ora va ripresa e ricontestualizzata in ragione dell’inverno demografico che condiziona il Paese: la procedura di adozione accostata ad un onere cospicuo per le famiglie è un’anomalia, un ossimoro da superare definitivamente”

Nel programma della lista di Beatrice Lorenzin saranno presenti anche “iniziative per creare un circuito europeo delle adozioni”

adozione internazionale, il programma del partito Civica PopolareBen più di una priorità, “una vera e propria missione”: è questa la definizione che l’on. Aldo Di Biagio, candiato alle prossime elezioni politiche nella circoscrizione Estero con Civica Popolare, dà del proprio impegno verso il mondo dell’adozione internazionale. Una scelta che arriva da lontano e prende origine dalla storia personale di Di Biagio, che egli ha consapevolmente deciso di spendere all’interno delle aule del Parlamento già nella Legislatura appena terminata. Abbiamo parlato con lui per conoscere quali sono le posizioni e gli intendimenti suoi personali e della lista nella quale è inserito rispetto alle tematiche care ad Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini sul fronte dell’adozione internazionale.

Onorevole, quali sono le priorità sul fronte dell’adozione internazionale nel vostro programma politico?

“Il tema delle adozioni internazionali e l’urgenza di una riforma della disciplina unitamente alla promozione dell’accoglienza genitoriale adottiva e all’individuazione degli strumenti di tutela, sensibilizzazione e valorizzazione del comparto sotto il profilo istituzionale, normativo sociale e politico sono stati per me ben più di una priorità, ma una vera e propria missione che mi accompagna da quasi dieci anni di attività parlamentare e di impegno istituzionale. In questa mia scelta ha inciso sicuramente la mia esperienza di bambino abbandonato ed accolto in orfanotrofio e ho scelto di trasformare questo mio bagaglio di esperienze e di conoscenze al servizio di una causa per troppo tempo lasciata un po’ ai margini dell’attenzione delle istituzioni, anche se l’impegno di anni di attività, eventi, proposte di legge e sollecitazioni istituzionali, in ultimo la ben nota ‘impasse’ con la CAI che ci ha visti impegnati in un confronto serrato con gli organi competenti, hanno condotto ad un crescendo di attenzione inimmaginabile fino a qualche anno fa”.
“Per questo motivo ho voluto inserire in maniera chiara nel programma di ‘Civica Popolare’ per la Circoscrizione estero una mission specifica sul tema, perché i tempi sono maturi per inquadrare la materia in una cornice più ampia e per responsabilizzare maggiormente il Paese anche in uno scenario internazionale. Il programma evidenzia la promozione di iniziative in sede europea ed internazionale per la tutela dell’accoglienza dei minori e la creazione di un circuito europeo delle adozioni: per favorire un percorso alternativo di integrazione e di accoglienza che sia univoco per i membri UE e che consenta di rinnovare la disciplina applicata alla tutela dei diritti dei minori abbandonati”.

Che cosa pensa dell’ipotesi di rendere gratuita l’adozione internazionale per le coppie idonee che lo richiedono?
Ho sempre pensato che la procedura di adozione accostata ad un onere, anche cospicuo, in capo alle famiglie che compiono un gesto così estremo e incondizionato di amore verso il minore abbandonato, ma anche verso la società ed il Paese sia una anomalia, un ossimoro da sanare e superare definitivamente. Infatti, la gratuità dell’adozione non è soltanto una questione di diritto per i bambini che possono essere accolti anche da famiglie non abbienti, ma che hanno tanto amore da dare, ma anche e soprattutto un servizio a cui non può essere imposto un prezzo. Il tema, che ho portato anche in una mia proposta di legge, depositata già in occasione della 16sima Legislatura, va ripreso e ricontestualizzato anche in ragione dell’inverno demografico che al momento condiziona il Paese e della non trascurabile correlazione esistente tra costi, burocrazia e calo delle domande di adozione in Italia. Veniamo da settimane di impegno sul patto per la natalità – un cammino che abbiamo avviato con il Forum delle Associazioni Familiari. Le adozioni possono essere un motore alternativo per rinnovare il trend della natalità nel nostro Paese“.

Quali sono le concrete azioni che prevedete d’intraprendere per garantire la regolarità e l’efficienza nell’espletamento delle procedure da parte degli enti autorizzati?
Dal 2008 abbiamo posto il problema dell’eccessiva frammentazione e diversificazione di un sistema che va reso organico, semplice trasparente in tutte le sue fasi operative e di confronto con le famiglie. Occorre strutturare percorsi di adozione in cui non vi siano eccessi di offerte e proposte che diventano barocche e confusionarie per le famiglie e nel contempo carenze burocratico-amministrative pericolose. Faccio in particolare riferimento alla diversificata offerta formativa nella fase pre-adozione. I servizi e gli Enti autorizzati dovrebbero lavorare sempre in sinergia per realizzare un percorso unico, in cui insieme alla coppia si decide se proseguire il percorso in adozione nazionale o internazionale. Rispetto ai pericoli di ‘carenze’, penso ad esempio alla deliberazione della sentenza di adozione. Quando la Commissione Adozioni Internazionali autorizza l’ingresso  del bambino in Italia, il nostro Paese dovrebbe riconoscere in automatico la sentenza di adozione, senza che si creino dei tempi di attesa in cui, nel frattempo, il bambino si colloca in una sorta di limbo giuridico in cui non vi è alcun legame con il suo Paese di origine né alcun legittimo riconoscimento in Italia”.
“Al superamento dei suddetti paradossi operativi, bisognerebbe accostare una forte azione di politica estera che sia realmente protagonista nella definizione delle bilaterali con i Paesi di adozione e che dovrebbe condurre a traslare l’intero comparto sotto l’egida del MAECI, così come da me sempre richiesto nel citato disegno di legge“.

Dal 2001 una legge prevede che venga creata una Banca Dati tra i 29 Tribunali per i Minorenni nazionali, in grado di incrociare le disponibilità di bambini sul nostro territorio con quella all’adozione di coppie che ne fanno richiesta; di fatto, finora, è un’opzione irrealizzata: se la sente di includerla tra gli atti che il vostro Governo metterà in campo nei primi 100 giorni?
Si tratta di un attuativo di una norma già approvata, pertanto ci si trova dinanzi ad un ritardo su una questione che afferisce al buon senso e alla migliore operatività amministrativa. Sarà sicuramente mia cura sollecitare i ministeri competenti a dare seguito alla norma“.

Qual è la sua posizione rispetto alla pratica dei cosiddetti decreti ‘vincolati’ emessi da alcuni Tribunali per i Minorenni?
I decreti vincolati che restringono l’accoglienza non possono essere in alcun modo accettabili. Occorre certamente favorire il migliore incontro nell’abbinamento coppia-bambino, partendo dal presupposto che valga il superiore interesse del minore ad essere accolto da una famiglia che lo può amare”.

In che modo vede il futuro della Commissione Adozioni Internazionali, dopo il preoccupante ‘silenzio’ degli ultimi anni e l’inerzia della sua azione anche a causa della distanza della politica nazionale?
Posso finalmente affermare, riprendendo quanto da me già dichiarato e ribadito in altre circostanze, che ci si trova dinanzi ad una stagione nuova per le adozioni internazionali, anche in ragione della rinnovata configurazione della CAI, dopo anni di mala gestio, di opacità operativa oltre che di dubbia liceità, senza trascurare le decine di atti di sindacato ispettivo, di sollecitazioni e di iniziative di protesta messe a punto anche dal sottoscritto negli ultimi 4 anni.
Ho avuto modo di confrontarmi personalmente con la vice-Presidente Laera, appurandone la competenza e la volontà di far ripartire il motore amministrativo-istituzionale delle adozioni internazionali, rimettendo a posto in primis le falle e le lacune lasciate dalla precedente gestione. Una premessa di speranza per le iniziative che dovranno essere messe in atto nei prossimi mesi, oltre che un segnale di attenzione e di ascolto verso istanze che ormai erano cadute in un dimenticatoio“.