Adozione internazionale. Perché alcuni bambini si mettono a piangere quando devono lasciare l’istituto?

Cara Ai.Bi.,

sono una futura mamma adottiva di un bellissimo bambino cinese. Tra qualche settimana, io e mio marito partiremo per Pechino per andare a prendere nostro figlio. Non conosco bene la realtà dell’istituto in cui è vissuto fino a oggi. Da quanto abbiamo saputo dall’ente autorizzato a cui abbiamo dato il mandato, il nostro piccolo è stato comunque sempre seguito da personale competente e amorevole, a cui lui è molto affezionato.

Perché vi dico questo? Perché un po’ la cosa ci preoccupa. Nel nostro percorso di avvicinamento all’adozione, abbiamo avuto modo di confrontarci anche con altre famiglie adottive. In più di un caso ci è stato detto che spesso i genitori si trovano in difficoltà nell’avere a che fare con bambini che faticano a integrarsi nella loro nuova famiglia perché sono rimasti affezionati, paradossalmente, all’istituto.

È vero che ci si può trovare in situazioni simili? Come affrontarle?

Grazie per i consigli,

Elisa

 

legnaniCara Elisa,

una reazione come quella che descrive nella sua lettera è del tutto normale da parte dei figli adottivi nei primi tempi successivi all’ingresso in famiglia. Ma è destinata a passare senza particolari problemi.

Per affrontare meglio la questione, mi sono rivolta alla nostra psicologa tirocinante, la dottoressa Elena Bassi.

Gli istituti dove i figli adottivi hanno vissuto per periodi più o meno lunghi della loro vita prima di congiungersi alle loro famiglie, nel nostro immaginario, sono sempre angusti e grigi. Ma non è sempre così: gli istituti sono molti diversi l’uno dall’altro. Il Paese, la gestione, il personale, la grandezza sono tutte variabili che possono rendere questi luoghi più o meno positivi o negativi.

In alcuni casi, quando una coppia arriva a prendere il suo bambino, l’ambiente e la struttura in cui quest’ultimo si trova non lasciano il minimo dubbio sul fatto che sia assolutamente giusto e urgente portare via i piccoli da quell’istituto e non lasciarli a vivere in quelle condizioni.

Più raramente esistono invece dei casi in cui la situazione è quella di un posto amorevole, dove il personale vuole davvero bene ai bambini e dove i piccoli si sono davvero affezionati a chi, fino a quel momento, si è preso cura di loro. In questi casi, quindi, è più che normale che i bambini, quando devono lasciare per sempre quel luogo, si mettano a piangere, generando un certo sentimento di dispiacere nei loro genitori adottivi.

Ma non è nulla di grave o di duraturo. La nostalgia dei bambini è destinata giustamente a sparire con il tempo, per dare spazio agli affetti più importanti, quelli della famiglia che li ha accolti.

Ecco il mio consiglio, quindi: se vostro figlio dovesse mostrarsi dispiaciuto di lasciare l’istituto, tenete sempre nel cuore l’assoluta certezza che voi siete sicuramente la cosa più bella che poteva capitare ai vostri figli.

Un grande augurio per l’arrivo del vostro bambino,

 

Cristina Legnani

Adozioni internazionali di Ai.Bi.