Adozione internazionale. Una buona notizia: la Bolivia semplifica le pratiche burocratiche

Approvata la legge 229 per la abbreviazione dei procedimenti. 8mila i minori fuori famiglia con status non definito

Buone notizie per la adozione internazionale arrivano dalla Bolivia. A metà aprile il presidente Evo Morales ha infatti apposto la firma sulla legge 229 per la “Abreviación Procesal para Garantizar la Restitución del Derecho Humano a la Familia de las Niñas, Niños y Adolescentes”. Si tratta di una importante riforma del Codice per la bambina, il bambino e l’adolescente che ha lo scopo primario di accelerare i processi di adozione nel Paese sudamericano.

Si tratta di risolvere e dare i diritti umani e la famiglia a tanti bambini che sono abbandonati e che si trovano nei centri di accoglienza, con una soluzione temporanea o permanente“, ha affermato Susana Rivero, vicepresidente della Camera dei Deputati boliviana.

Le principali novità introdotte dalla riforma con riferimento all’adozione (e, in particolare, con riferimento alla adozione internazionale) possono essere così riassunte:

  • Il periodo di convivenza pre-adottiva che la coppia deve effettuare in Bolivia non deve essere superiore a un mese (il termine è stato dunque ridotto da due mesi a un mese);
  • Il tempo che intercorre dal deposito della domanda di adozione al giudice fino alla sentenza non potrà essere superiore a due mesi (precedentemente il termine era di quattro mesi);
  • L’omologazione dei certificati medici delle coppie non sarà più effettuata dai SeDeGeS (Servicios Departamental De Gestione Social) bensì dall’equipe dell’Autorità Centrale. Anche questo dovrebbe portare ad una riduzione dei tempi;
  • Viene istituito un registro unico per l’adozione nazionale e internazionale (presso il Tribunale Supremo di Giustizia) con l’elenco dei minori in stato di adottabilità;
  • Come accadeva in passato (prima della ripresa delle adozioni nel 2015), responsabili degli abbinamenti torneranno ad essere i giudici in materia di infanzia e adolescenza. L’abbinamento tornerà ad essere “giudiziario” e non più “amministrativo”;
  • Si riducono i termini per definire lo stato giuridico di un minore istituzionalizzato.

Una riforma, quella boliviana, sicuramente necessaria: secondo stime dell’UNICEF sono più di 8mila i bambini fuori famiglia con una situazione legale non definita. Bambini che, peraltro, rischiano di rimanere vittime dello sfruttamento minorile. Dopo la riapertura alle adozioni internazionali della Bolivia, dal 2016 sono state depositate le prime pratiche e, nonostante la lentezza delle procedure burocratiche, già ad oggi diverse coppie sono riuscite a portare in Italia i loro bambini.

Ai.Bi. – Amici dei Bambini è ente accreditato ad operare nel Paese sudamericano. Chi fosse interessato a saperne di più sulla adozione internazionale in Bolivia, potrà trovare tutte le informazioni sul sito dell’organizzazione.