Adozioni ai single: è difficile comprendere la proposta di Ai.Bi.

Maria Rosaria scrive:

Nel leggere il Manifesto rimango sospesa a domande non solo di forma, ma di senso.
La genitorialità è stata posta dalla natura nella coppia, forse non è un caso. La genitorialità implica una relazione con tante diverse sfumature, l’educazione di un figlio, la sua formazione psicologica; la sua crescita si nutre di componenti materne e paterne. Questo è l’ottimo.

E, si sa, l’ “ottimo è nemico del buono”.

Ma in base a cosa possiamo pensare che un genitore da solo sia “buono” per un figlio?
Certo, un solo genitore è meglio di nessuno, ma se questo genitore vivesse la fatica di ogni genitore rimasto solo per le vicende della vita e non ce la facesse? Se avesse solo bisogno di colmare il proprio senso di solitudine? Se fosse omosessuale (chiaramente circoscrivo la riflessione alla funzione di genitori)?

1 genitore = + di 0 genitori à mi sembra un ragionamento fatto con criterio matematico, ben lontano dai profondi percorsi che negli incontri con Ai.Bi. abbiamo vissuto.
Se per una coppia si verifica la stabilità del rapporto, nel single, cosa si verificherà? Se una coppia è invitata a crescere nel proprio progetto familiare, ad un single cosa si chiederà? Se ad una coppia viene proposto un percorso maturativo da vivere insieme, un single con chi lo affronterà?

Ci avete spiegato voi di Ai.Bi. quanto sia impegnativo accogliere un figlio adottivo, ci avete spiegato che arriverà un momento in cui saremo chiamati a ribadire la nostra autorevolezza con i nostri figli adottivi, ci avete spiegato che il bambino non ha il compito di colmare i nostri vuoti… in tutto ciò resta difficile collocare questa proposta.

Cara Maria Rosaria,

la questione delle adozioni internazionali aperte ai single può presentare diversi retroscena, ma ciò che ci porta, ti assicuriamo non a cuor leggero, a fare questa proposta è l’emergenza che stiamo vivendo. Se le coppie non sono sufficienti cosa vogliamo fare? Preferiresti rinunciare a salvare i tanti bambini abbandonati che potrebbero beneficiare di questa misura?

Peraltro, prima, di entrare nelle valutazioni di ordine psicologico e sulla genitorialità, dobbiamo ribadire, trattandosi di una proposta di legge, che il principio giuridico che ci ispira è ben preciso: adottare è un atto di giustizia che si rivolge a un minore abbandonato, ossia un soggetto di diritto su cui è stata inferta una ferita non solo psicologica, ma anche giuridica: da un certo punto della sua vita in poi non è più stato soddisfatto il suo diritto alla famiglia.

Entrando invece nel merito delle tue affermazioni crediamo che il criterio della migliore risorsa possibile per un minore in stato di abbandono debba rimanere valido.

I single che si rivolgeranno all’adozione si candideranno per bambini con “bisogni speciali” ovvero con problemi di salute, di età superiore ai 7 anni o gruppi di fratelli. Quindi l’accoglienza della disponibilità ed il percorso di maturazione dei candidati dovrà essere particolarmente accurato ed amplificato.

Il delicato processo di consapevolezza di cosa significhi diventare genitori dovrà essere curato e stimolato in modo specifico, sicuramente grande attenzione dovrà essere data al contesto familiare ed amicale del single, poiché il bambino adottivo diventa anche nipote, cugino ed avrà nonni e zii ed ovviamente il single dovrà dimostrare di avere i requisiti e la possibilità di gestire ed accompagnare al meglio il bambino nella crescita.

Nell’istituto giuridico dell’affido è già contemplata la disponibilità di collocamento presso single e ci sono esperienze positive soprattutto per i bambini più grandi accolti presso adulti dello stesso genere, che rappresentano quindi modelli di vita e offrono stimoli educativi ed affettivi che sarebbe impossibile fornire all’interno di una comunità.

Siamo assolutamente concordi che i bambini accolti in adozione non devono mai riempire un vuoto ma trovare uno “spazio”, affettivo ed emotivo. Uno spazio che i genitori adottivi, siano essi coppie o single, devono aver maturato o possono maturare nel tempo. Crediamo e speriamo che possa esserci un futuro ed una famiglia per tutti i bambini che ne hanno bisogno, e siamo ben consapevoli della necessità di curare con particolare attenzione gli strumenti e le metodologie per arrivare a questo obiettivo nella piena tutela dei minori.

Lisa Trasforini
Psicologa Ai.Bi.