Adozioni, Giovanardi: “in queste condizioni non sono in grado di esercitare la mia delega”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi ha annunciato, parlando a margine di un incontro al Cnel sulla fiscalità della famiglia, che “a fronte della decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni”, la sua delega è a rischio.

I tagli sono arrivati come un fulmine a ciel sereno. E’ chiaro che in queste condizioni non sono in grado di esercitare la mia delega”.

Giovanardi non minaccia dimissioni vere e proprie, ma solo perchè – ha precisato – “non c’è più nulla da cui dimettersi…”.

“Difatti dai 300 milioni disponibili tre anni fa si è passati ai 52 della Finanziaria, e ora addirittura, con le ultime disposizioni a 20. Peraltro neanche tutti disponibili perché sono anche di competenza regionale».

Questo significa nessun rimborso spese alle coppie che adottano bambini all’estero. Nessun finanziamento ai progetti di conciliazione casa-lavoro. Stop ai prestiti per i nuovi nati e, infine, lavori in stand by per Commissione adozioni, Osservatorio sulla famiglia e Osservatorio sui minori.

Nelle tasche rimangono solo pochi spiccioli, insufficienti sia per la programmazione sia per le spese obbligatorie.

“Di fronte ad un taglio come questodice Giovanardi – serve nell’immediato un chiarimento con il presidente del Consiglio: la guida del governo, a quel che mi risulta, spetta proprio a lui. Aspettiamo di capire se davvero, per di più dopo che la centralità della famiglia è stata ribadita alla conferenza di Milano, si vuole un azzeramento delle capacità del Dipartimento“.

In seguito alle dichiarazioni di Giovanardi, si è espresso anche il Direttivo del Forum delle associazioni famigliari che afferma «Questi tagli sono un segnale d’allarme che ci preoccupa, e molto. In particolare ci preoccupa il destino del PianoFamiglia che dovrebbe raccogliere le conclusioni della Conferenza nazionale della famiglia e sul quale le associazioni familiari hanno investito molto. Questo Piano rischia ora di rimanere un’opera incompiuta e di lasciare nuovamente le politiche familiari all’anno zero.
Comprendiamo e condividiamo la scelta del sottosegretario di ipotizzare le proprie dimissioni, nel momento in cui viene messo nell’impossibilità di espletare il proprio incarico. Crediamo che a questo punto debba essere il governo nel suo insieme e la maggioranza politica che lo sostiene a pretendere che trovi finalmente applicazione il Programma elettorale nel quale la famiglia è considerata una priorità del Paese,  un valore non solo affermato ma anche sostenuto con i fatti».