Adozioni Internazionali: bambino abbandonato per la terza volta

«Mamma sei bella come una rosa arcobalenata» scrive Jacopo in un biglietto per la mamma adottiva. E Jacopo (nome di fantasia) è un bambino come tutti gli altri. Ha 8 anni, vive nel Milanese, va a scuola, frequenta il catechismo. Solo che sembra condannato a non avere una famiglia. A otto anni è già rimasto per due volte senza una madre e martedì prossimo, salvo imprevisti, ne sarà privato per la terza volta. Il Tribunale dei minorenni ha stabilito che i genitori adottivi, due medici che lo avevano adottato nel 2004 e che si stanno separando, non sono in grado di educarlo e ne ha disposto l’allontanamento in una casa-famiglia.

E così martedì mattina sua madre, un’oculista di 46 anni, lo accompagnerà ai servizi sociali, gli darà un bacio e se ne andrà. Per un mese, il bambino non potrà vedere i genitori, ma solo sentirli al telefono una volta a settimana. Un provvedimento per il suo bene: ma così per la terza volta Jacopo dovrà dire addio a quella che credeva la sua casa. Fin dalla nascita ha dovuto fare i conti con l’abbandono: la donna che lo ha dato alla luce, a Donetsk, in Ucraina, lo ha abbandonato in ospedale. Una famiglia ucraina lo ha adottato, ma poi riportato in istituto.
A ventuno mesi, l’incontro con i suoi genitori adottivi: mamma oculista, papà neurochirurgo. Il matrimonio però è andato in crisi, il padre si è allontanato per due anni da casa e al ritorno sono esplosi gravi conflitti, sfociati anche in due denunce nei confronti del padre da parte della madre.

A scuola le maestre hanno notato un peggioramento nel comportamento di Jacopo e hanno informato i servizi sociali, che per un anno lo hanno seguito mentre lui restava a vivere con la mamma, che oggi si dispera: «Io non ho commesso nessun reato e oggi ci separano. Che danni psicologici gli procurerà l’essere sradicato per la terza volta?». Della stessa opinione l’avvocato Francesco D’Andria, che la assiste: «Il provvedimento del giudice non è condivisibile perché dovrebbe essere adottato in extrema ratio quando ci sono situazioni di estremo disagio.
Riteniamo che la signora sia una buona madre e che la sua condotta non possa arrecare un pregiudizio al minore»
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La storia di Jacopo s’incrocia con altre adozioni internazionali fallite. Qualche settimana fa una famiglia milanese ha «restituito» due bambine polacche adottate solo un mese fa. Nel 2009 a Milano sono stati adottati 367 bambini provenienti da tutto il mondo; solo 120 sono invece i piccoli italiani che hanno trovato una nuova famiglia. La procedura di adozione nazionale è infatti molto complessa: dopo un’accurata valutazione, i giudici scelgono la coppia più adatta. Nel caso di adozioni internazionali può capitare che le informazioni sulla storia del bimbo non siano così accurate.

(Fonte: Milano.corriere.it 04 marzo 2011)