Adozioni internazionali, verso la nuova legge. Andria: «Sì ai termini perentori di legge»

Sul calo delle idoneità non concede terreno («Auspicabile: ci vuole rigore», ha detto) ma apre su quanto chiesto dalle famiglie durante uno degli ultimi sondaggi lanciati da AiBiNews. Sì ai termini perentori di legge nell’emissione dell’idoneità alle coppie, è la risposta di Pasquale Andria, presidente del Tribunale per i Minorenni di Salerno.

Presidente Andria, le adozioni internazionali sono in crisi. Qual è la sua interpretazione?
L’Italia, che era tra i Paesi più avanti nell’adozione, seconda solo agli Stati Uniti, oggi è un Paese in difficoltà. Credo che il dato potrebbe essere positivo solo se fosse corrispondente a una maggiore cooperazione con i Paesi esteri e a una più adeguata applicazione del principio di sussidiarietà. Ma ritengo invece che non sia così, considerato che aumentano le condizioni di miseria in quei Paesi. Dunque il dato è preoccupante.

Quali le cause, a suo giudizio?
Vi sono ragioni contingenti alla crisi delle adozioni internazionali: c’è scarsa disponibilità di coppie ad accogliere adolescenti, il cui numero è in crescita. Vi sono coppie che, in una certa quantità, si rivolgono all’iter adottivo dopo essere passate per tentativi di fecondazione assistita, e questo fa sì che vi arrivino in età più avanzata, quando è difficile adottare.

Un calo del 49% nell’emissione dei decreti d’idoneità, a partire dal 2006. Non è troppa, tutta questa severità da parte dei Tribunali?
La mia posizione è che l’idoneità debba essere rilasciata dai Tribunali con molta attenzione. La legge dà al giudice il compito di valutare la domanda di disponibilità di una coppia all’adozione internazionale – si badi: è una domanda di disponibilità, non una domanda di adozione –. Non esiste un diritto delle coppie ad adottare, esiste il diritto del bambino a un’adozione, e la migliore adozione possibile. In questo senso è giusto che i Tribunali siano molto attenti nel rilasciare decreti. Mi sembra poco prudente tornare a cifre come quelle degli anni passati, quando si approvava quasi la totalità delle domande. Un’adozione non riuscita crea sofferenze aggiuntive nel bambino.

Questo calo del 49% è un dato vistoso – non avevo presente che fosse così –. Ma direi che è auspicabile. Occorre rigore. Specie se il minore non è piccolissimo.

Che cosa pensa se in Italia fosse introdotta l’idoneità amministrativa, come accade in Europa?
Non sarei d’accordo. Il ruolo del giudici in Italia è un ruolo di terzietà che garantisce maggior sicurezza.

Non pensa che invece contribuisca ad allungare i tempi dell’iter?
I tempi maggiori li impieghiamo nell’attendere che ci rispondano i servizi sociali. Il problema non è far presto, ma fare bene. Non tutti possono adottare, è la mia posizione.

Nel sondaggio di AiBiNews Come abbreviare l’iter? le coppie votanti hanno espresso la preferenza di inserire termini perentori di idoneità, per legge. È dello stesso parere?
Ecco, questa potrebbe essere una buona idea. I termini attuali sono di 6 mesi, ma ci sono criticità dovute alla disponibilità di risorse. Se fossero fornite più risorse, io sarei d’accordo con questa proposta.