Bagnasco: “No ai manuali gender a scuola, si colonizza mente dei bimbi”

bagnascoNo all’insegnamento della cultura gender a scuola, no alle famiglie non tradizionali, “se la famiglia è il baricentro esistenziale da preservare, l’impegno nella vita sociale è aspetto irrinunciabile della presenza dei cattolici nel nostro Paese”. Non usa perifrasi o giri di parole Sua Eminenza, Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella sua prolusione con cui apre il consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana.

Bagnasco si scaglia, così, nettamente contro le coppie diverse da quelle composte da uomo e donna, e lancia l’allarme contro la “colonizzazione ideologica” in atto nelle scuole. Il riferimento è ai libri dell’Istituto A.T. Beck , dal titolo `Educare alla diversità a scuola´ ispirati alla teoria del gender. “Sono veramente scomparsi dalle scuole italiane? – si chiede il presidente della Cei – Con la loro diffusione si vuole colonizzare le menti dei bambini e dei ragazzi con una visione antropologica distorta e senza aver prima chiesto e ottenuto l’esplicita autorizzazione dei genitori”.

Una pratica che per Bagnasco è deprecabile: “Non è inutile ricordare che, anche se la maggior parte dei genitori fosse d’accordo, chi non lo è ha il diritto di astenere i propri figli da quelle `lezioni´ senza incorrere in nessuna forma, né esplicita né subdola, di ritorsione”.

“L’educazione della gioventù – precisa il Presidente della Cei – è talmente delicata e preziosa che non ammette ricatti o baratti di nessun tipo e in nessuna sede. Noi vescovi su questo saremo sempre in prima linea a qualunque costo”.

Con lo sguardo rivolto al Sinodo dei vescovi sulla famiglia dell’ottobre 2015, nel quale si dovranno trovare soluzioni concrete per l’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati, il Cardinal Bagnasco ha sottolineato che spesso “si parla dei figli come se fossero un diritto degli adulti e un oggetto da produrre in laboratorio, anziché un dono da accogliere”.

Non solo, quindi, difesa della famiglia tradizionale, ma anche una netta condanna delle pratiche abortiste. Bagnasco si scaglia, infatti, contro l’aborto: “In Europa – avverte – si vuole far dichiarare l’aborto come un diritto fondamentale così da impedire l’obiezione di coscienza, e si spinge perché sia riconosciuto il cosiddetto aborto `post partum´”.

Per il presidente della Cei se da un lato “si ricerca la garanzia dei diritti individuali”, dall’altro “si dimentica la serie dei corrispettivi doveri sociali, senza dei quali una realtà comunitaria non sta in piedi. Per questo, – conclude Bagnasco – se la famiglia è il baricentro esistenziale da preservare, l’impegno nella vita sociale è aspetto irrinunciabile della presenza dei cattolici nel nostro Paese”.

Fonte: Corriere.it