Balcani: raccontare la tua esperienza di volontario può fare la “Storia”

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Ricordare un’esperienza e metterla in comune con gli altri è come condividere un prezioso tesoro: significa tracciare un cammino più solido per il futuro. Con questo fine ultimo, l’ Osservatorio Balcani e Caucaso ha lanciato nel 2012 un progetto di ricerca denominato “Cercavamo la Pace”, per indagare su un tormentato capitolo della recente storia socio-politica europea.

Ora, al “quadro” già tracciato, si aggiunge un altro tassello: è stato infatti lanciato un nuovo questionario on-line dedicato ai volontari italiani che nel corso degli ultimi decenni hanno contribuito ad aiutare le popolazioni di Bosnia, Kosovo e, più in generale, della ex Jugoslavia. L’obiettivo è ricostruire ed arricchire l’esperienza del movimento di solidarietà italiano con i Balcani e studiarne  il potenziale, le criticità e le prospettive. Il materiale dovrebbe essere alquanto ricco: si stima infatti che nella sola Bosnia Erzegovina durante il conflitto (1992-1995), fossero presenti 15mila italiani, senza contare coloro che, pur non attraversando il confine, ospitarono nelle loro case numerosi profughi.

Secondo l’Osservatorio, però “A vent’anni di distanza è grande il rischio che questa esperienza venga dimenticata senza avere raggiunto un’adeguata elaborazione critica e che il patrimonio di memorie e documenti dei protagonisti dell’epoca vada perduto”. In un’espressione: serve attivare la memoria come antidoto a nuove atrocità.

Così, oltre al questionario, verrà attivata anche un’altra “azione di testimonianza”: attraverso il crowdsourcing – letteralmente “ricerca tra la gente” – si vogliono recuperare tutti documenti possibili (video, diari, corrispondenza ma anche fonti più tradizionali) che verranno condivisi su una piattaforma virtuale. E non è finita qui: il materiale potrà essere utilizzato per una serie di trasmissioni tv su History Lab, la produzione di videoclip e laboratori formativi per le scuole.

Fonte: Vita.it