Bambini morti per il Coronavirus. Casi in Belgio, Inghilterra, Francia e Portogallo

Griffini (Ai.Bi.): “Anche i più giovani devono restare a casa. Per scrivere, poi, un futuro di speranza”

I bambini morti a causa del Coronavirus esistono. Il numero non è elevato ma il dato è comunque drammatico e, purtroppo, spegne le illusioni che, all’inizio dell’epidemia, avevano portato molti osservatori a ritenere questo virus meno aggressivo sui minori. Il dato tendenziale, per carità, è corretto. Ma le vittime, anche tra i più giovani, ci sono.

Ne parla Nino Materi in un articolo su Il Giornale, raccontando della 12enne morta in Belgio. “Il contagio – scrive – non fa sconti. Neppure a chi ha solo 12 anni. La fine ancora prima dell’inizio. Il Belgio piange per la baby vittima più piccola d’Europa. Nel Paese si sono registrati ieri 98 decessi, quasi tutti ultraottantenni. Con una sola eccezione. Che mette i brividi. Uguali ai brividi provocati nelle ultime 48 ore dall’addio alla vita di altri tre adolescenti: ieri un ragazzino di appena tredici anni è morto a Londra. La vittima più giovane in Inghilterra. Ismail Mohamed Abdulwahab di Brixton, a sud di Londra, non aveva patologie pregresse ed è deceduto nelle prime ore di lunedì dopo che venerdì era risultato positivo al Covid-19. ‘Sfortunatamente, un ragazzo di tredici anni risultato positivo al Covid-19 è morto. La nostra vicinanza e le nostre condoglianze vanno alla famiglia’, ha detto un portavoce dell’ospedale. Giovani vittime, come la 16enne in Francia e un 14enne in Portogallo”. E come, appunto, la 12enne morta in Belgio.

Bambini morti per Coronavirus: situazione tremenda

“Questa situazione dei bambini morti per Coronavirus – commenta il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffiniè davvero tremenda e ci invita a fare una sola considerazione. Bisogna restare a casa. Un dovere che non è solo di chi è più vulnerabile, come gli anziani o chi convive con patologie complesse, ma anche dei giovanissimi che, come ci testimoniano questi casi, non sono purtroppo immuni. Restiamo a casa nel presente per poi, insieme ai bambini, scrivere un futuro di speranza”.