Benvenuta nuova CAI ! Dal decalogo della Boschi il programma di lavoro della Commissione per il rilancio della cultura delle adozioni internazionali

boschi-dellamonicaQuelli che si stanno vivendo per ora sono giorni febbrili di continua e costante attesa che vengano ufficializzati i nuovi vertici della CAI (Commissione Adozioni internazionali). Nomi che si rincorrono e che trovano conferma in vari ambienti e da “fonti” diverse.

Insomma la nuova CAI ufficiosamente c’è: manca l’annuncio ufficiale. Quello sarà un “momento epocale” perché finalmente si potrà porre fine a 3 anni di morte lenta delle adozioni e si potrà tornare a lavorare seriamente per il bene dei bambini abbandonati.

Sarà il punto di svolta, il giro di boa, in cui il passato sarà buttato alle spalle, si cercherà di mettere insieme i cocci e rilanciare così le adozioni. Finalmente i tre nuovi vertici della Commissione avranno la possibilità di adempiere a un dovere: quello di ripristinare l’immagine della adozione internazionale dopo le campagne diffamatorie de L’ Espresso e, a ruota, di altri media che negli ultimi mesi, non hanno di certo aiutato il settore alimentando confusione e scoraggiamento nelle coppie.

E allora ecco che, sulla falsariga della “ricetta” che Maria Elena Boschi il 20 luglio scorso in commissione Giustizia alla Camera, nella sua qualità di neo presidente della CAI (Commissione Adozioni internazionali), aveva indicato per tentare di tirare fuori l’adozione internazionale dalle sabbie mobili, ricordiamo “gli ingredienti” necessari.

1) Le Adozioni Internazionali sono una ricchezza per l’Italia

Innanzitutto la Boschi aveva ribadito la positività delle adozioni internazionali, che devono tornare a crescere. “Le Adozioni Internazionali sono non soltanto un elemento di generosità delle famiglie – aveva dichiarato – che decidono di  intraprendere questo percorso ma anche di maggiore ricchezza per il nostro Paese…I nuovi cittadini italiani sono intelligenze, capacità, prospettive future importanti per il nostro Paese e che credo ci abbiano arricchiti in questi anni”.

2) La CAI è una Commissione e come tale deve operare

La CAI non è un organo monocratico ma collegiale improntato alla logica della trasparenza, confronto e legalità.

3) Imprescindibile la collaborazione della CAI con gli Enti autorizzati

E’ necessario “ripristinare un rapporto di maggior confronto – aveva precisato Boschi –  collaborazione  e periodicità con gli enti che poi devono lavorare nei Paesi”. Confronto e collaborazione necessari per evitare di ricadere nella stessa paralisi degli ultimi anni.

4) La CAI deve tornare ad essere un punto di riferimento per le famiglie

E’ necessario ripristinare una linea dedicata alle famiglie.La Commissione intende ripristinare anche un accesso diretto – aveva aggiunto – con un numero a disposizione per le famiglie per poter avere un’interlocuzione costante sia nella fase precedente all’adozione che successiva”. Proprio le famiglie, infatti, sono quelle che maggiormente si sono sentite abbandonate negli ultimi tre anni dalla vicepresidente Della Monica.

5) 62 enti autorizzati sono troppi

Si deve anche valutare (come previsto dalla normativa che disciplina la CAI) la possibilità di “forme di aggregazione e collaborazione tra enti,  perché molto numerosi nel nostro Paese”. Per la neo presidente Boschi “più sono gli enti,  più è complicata la gestione del rapporto con gli altri Paesi…Eventuali coordinamenti o possibili aggregazioni di quelli più piccoli, può consentire economie di scala o maggiore efficienza sia nei Paesi stranieri sia in Italia”.

6) Una CAI più “moderna”

E’ necessario aggiornare il DPR 108 (del 2007) che “ormai da dieci anni disciplina la CAI perché sono cambiate le esigenze e anche il tipo di professionalità e di competenze chiamate a contribuire al buon funzionamento della CAI per quanto concerne la relazione con i Paesi esteri, con le famiglie e i percorsi socio educativi”.

7) Più veloci i tempi delle procedure adottive

Boschi aveva sottolineato che “abbiamo procedure che purtroppo comportano dei tempi ancora abbastanza lunghi, e questa è ovviamente una criticità che viene riscontrata da molti”. Dobbiamo ammettere che “non rispettiamo la tempistica prevista dalla legge – aveva aggiunto –  e quindi siamo oltre i 6 mesi e mezzo previsti e sicuramente su questo dobbiamo cercare di intervenire per essere più rispettosi dei tempi”.

8) Linee guida regionali per procedure omogenee

C’è una “situazione molto eterogenea sul territorio”. E’ quindi necessario istituire “delle linee guida che possono essere più uniformi e possano poi garantire su tutto il territorio italiano delle pratiche simili per non creare disparità tra i nostri cittadini a seconda della regione in cui vivono”.

9) Una strada per recuperare risorse finanziarie

Anche i costi per adottare un minore continuano ad essere alti con il risultato che scoraggiano le adozioni internazionali. I rimborsi erogati dalla CAI vedono risorse sufficienti per il ‘passato’ ma per il futuro?

10) Indispensabile  uno stretto rapporto con il Ministero degli Affari Esteri

Boschi aveva, infine, precisato che sul fronte internazionale “non è un caso che la CAI debba lavorare in stretta connessione con il MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale) proprio perché hanno relazioni internazionali con i Paesi rispetto ai quali si compiono percorsi di adozione internazionale che spesso sono accompagnati da rapporti più ampi di carattere politico istituzionale tra i due Paesi e riguardano progetti di Cooperazione in loco per minori che restano nei Paesi di origine sia sulla formazione degli educatori che vivono nelle strutture e accompagnano il percorso precedente all’adozione e che sono molto importanti e da questo punto di vista il nostro impegno è forte”.

Non rimane altro se non augurare ai nuovi vertici della CAI “Buon lavoro !” ponendo, così,  fine a questa assurda stagione di  veleni  da cui è scaturito un clima odio, mai conosciuto prima: fazioni di enti contro altri enti, famiglie contro famiglie, di schieramenti “pro” e “contro” la CAI, caccia alle streghe, accuse infondate e non verificate, dinamiche e meccanismi da vera e propria macchina del fango.