Bimbi dal Congo, nuovo stallo. La protesta delle famiglie

bambino-congo5Tutti i bimbi a casa” chiedono in un video, sillabando un italiano stentato, i figli di famiglie adottive arrivati nel nostro Paese tra febbraio e aprile. Jordan, Marie Benedicte, Winner, Timothee e Zaccaria aspettano i 59 compagni rimasti negli istituti di Kinshasa e Goma per l’ennesimo contrattempo. I loro passaporti e altra documentazione non sono stati consegnati alla nostra ambasciata e così la partenza dal Congo di bambini attesi da 1.ooo giorni è stata ulteriormente ritardata. Non solo. Mancano informazioni meno vaghe su tempi e situazioni. Per questo motivo alcune coppie di genitori avevano deciso di manifestare a turno davanti alla sede romana della Commissione adozioni internazionali (Cai). Due giornate di sitin, oggi e domani.

Per ora però la protesta è stata sospesa. La ministra Maria Elena Boschi, nominata due settimane fa presidente della Commissione, ha chiesto un incontro con le famiglie. È la prima volta in due anni che la Cai dialoga direttamente con le coppie. Finora solo sintetiche e sporadiche e mail da parte degli uffici di Palazzo Chigi, situati presso la presidenza del Consiglio. Messaggi scarni, privi di notizie sui bambini già assegnati a mamme e papà italiani prima che il governo della Repubblica democratica del Congo bloccasse le adozioni con l’estero per la verifica dei fascicoli. Iniziativa determinata dal «ripensamento».

Riportiamo la versione integrale dell’articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera a firma di Margherita De Bac.