Bolivia: i gruppi di mutuo aiuto per i care leaver

La preparazione all’uscita dall’istituto dovrebbe iniziare il giorno in cui il bambino/adolescente vi entra. Non si può pretendere che dopo aver vissuto una storia piena di cicatrici e rotture affettive, nella quale i diritti alla famiglia, alla libertà, all’identità, alla protezione, alla salute e ad avere un ruolo da protagonista nella propria vita vengono quotidianamente calpestati, si interiorizzino modalità mature ed efficaci per la risoluzione dei conflitti e per l’inserimento positivo nella società.

Il rischio di esclusione sociale dei care leaver aumenta notevolmente in presenza delle seguenti variabili:

– prolungata permanenza nel sistema di protezione
– ingresso in centri di tipo residenziale (e non in ambienti familiari)
– istituzionalizzazione precoce

La maggior parte degli adolescenti beneficiari nel progetto finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana a La Paz riportano queste caratteristiche. Per questo motivo é urgente affrontare il problema dell’esclusione sociale da tutti i punti di vista, unendo gli sforzi degli stessi centri di accoglienza, dello Stato e delle istituzioni, come Amici dei Bambini, che cooperano con il sistema di protezione dell’infanzia.

Il progetto ha previsto un programma di accompagnamento al reinserimento sociale dei giovani care leaver, il quale include l’esercizio del mutuo aiuto tra i beneficiari attraverso l’intercambio di esperienze. In Bolivia, tale programma si é tradotto in una serie di incontri con gli adolescenti e i giovani beneficiari che avevano come obiettivo generale il “facilitare uno spazio di orientamento e appoggio psicologico come parte integrante della preparazione verso l’autonomia degli adolescenti in procinto di lasciare l’istituto”. Inoltre, il programma mirava a “stimolarli verso la scoperta e lo sviluppo delle loro capacità, fornendo appoggio emozionale e uno spazio di ascolto dei loro problemi, delle loro paura, dei loro desideri e preoccupazioni e favorire lo scambio esperienze e conoscenze grazie al contatto reciproco”.