Bologna, bambino abbandonato in un cassonetto: ma perché non si cerca anche il padre?

150433066-05daad56-d786-4771-a18c-6b976e7f9906Ha commosso l’Italia la sconcertante notizia di pochi giorni fa di una bimba trovata viva in un cassonetto a Bologna all’interno di un sacchetto chiuso con una cerniera.

Un signore ha sentito un vagito provenire dal cassonetto: pensava che fosse un gattino; un altro lo ha aiutato a tirare fuori quel fagotto dal bidone. Non si trattava di un animaletto: era un piccolo essere umano, vivo. Ora tutti stanno cercando la madre.

Da questa terribile storia nascono tanti interrogativi che purtroppo non avranno le dovute risposte; primo fra tutti: perché non si cerca anche il padre per capire bene le dinamiche dell’abbandono?

Eppure non è anche lui responsabile di questo abbandono? Anzi…e se fosse stato proprio l’abbandono della donna da parte del padre del bambino ad avere causato l’abbandono del neonato da parte della madre?

E’ ben possibile che in casi come questo, dinanzi ad un allontanamento da parte del compagno, la donna si trovi sopraffatta da un atteggiamento di disinteresse, di non aiuto, di mancanza di futuro, di non vicinanza, e che tutto questo sia causa scatenante del gesto folle della giovane mamma? A questo nessuno ha pensato, condannando solo la donna di una terribile azione, forse la peggiore che una mamma possa fare nelle propria vita.

La rabbia più grande viene dinanzi alla evidente ignoranza su alcuni importantissimi diritti che nel nostro Paese sono garantiti a tutte le donne: il diritto di partorire in anonimato presso gli ospedali e di non riconoscere il proprio figlio; il diritto di ogni donna ad una “rigorosa protezione del segreto del suo nome, qualora non voglia riconoscere il figlio”. Da sapere che apposite norme impongono il segreto professionale a tutti gli operatori ospedalieri che, in caso di divulgazione del segreto, sono perseguibili per reato.

Occorre certamente una maggiore sensibilizzazione sia da parte dei media, che hanno l’obbligo di citare la normativa della legge quando si riproporrà una fatto di cronaca di abbandono di un minore, sia soprattutto da parte delle istituzioni che dovrebbero essere tenute ad una informazione capillare dei cittadini sulla importante norma contenuta nella legge sulle adozioni: nel caso di minori privi di genitori alla nascita, il tribunale per i minorenni “provvede immediatamente alla dichiarazione dello stato di adottabilità”, “senza eseguire ulteriori accertamenti”.

Se tutte le donne conoscessero questi diritti, scandali come quello di Bologna potrebbero essere evitati.