Bologna. Raddoppiati in un anno gli arrivi di bambini soli. Ma gli affidi sono sempre troppo pochi

misnaNel 2015 Bologna accoglierà il doppio dei minori stranieri non accompagnati del 2014. È la previsione dell’Azienda Servizi alle Persone del capoluogo emiliano che ha calcolato che, al ritmo attuale, i giovanissimi migranti che arrivano in città da soli, senza adulti di riferimento, al 31 dicembre potrebbero essere più di 300. L’anno scorso furono 177 e, per il 2015, le stime più prudenti parlano di almeno 250. Ma verosimilmente saranno molti di più. Perché il ritmo con cui questi ragazzini non accompagnati arrivano in città è costante: ogni giorno ne arriva almeno uno, a volte anche due. E per ognuno di loro si pone il problema di una giusta accoglienza, in grado di tutelarli e garantire loro i diritti fondamentali di ogni minorenne. Su tutti due: la scuola e la famiglia.

Si tratta di minori provenienti soprattutto dall’Asia e dall’Europa dell’Est: in particolare Albania, Pakistan, Afghanistan, India. La loro età media è anche più bassa dei Misna che sbarcano ogni giorno sulle nostre coste provenienti dall’Africa: la maggior parte non ha più di 14 anni, rispetto ai 16-17 dei giovani profughi africani. Due su tre restano in città o in provincia, mentre gli altri vanno a vivere in altri comuni della regione.

La loro presenza viene quotidianamente segnalata all’Asp dalle forze dell’ordine o da altre strutture sociali. Ad attenderli in genere ci sono le strutture accreditate gestite da cooperative e associazioni. Anche in Emilia Romagna, infatti, si presenta il problema già più volte denunciato da Amici dei Bambini a livello nazionale: gli affidi familiari dei minori stranieri non accompagnati sono troppo pochi. E non certo per mancanza di famiglie disponibili ad accogliere questi ragazzi in casa loro. Lo dimostrano i numeri della campagna Bambini in Alto Mare di Ai.Bi. che ha raccolto la disponibilità di più di 2mila famiglie in tutta Italia, desiderose di aprire le proprie porte a un giovane migrante e a prendersi cura di lui. Nonostante questo, i Misna arrivati a Bologna nel 2014 dati in affido a famiglie del capoluogo emiliano sono stati solo 24.

“Dobbiamo fare di più – sostiene Elisabetta Scoccati, direttrice generale dell’Asp di Bologna -, lavorare molto sulla sensibilizzazione. Questi ragazzi arrivano da noi in tutti i modi possibili, qualcuno viene messo su un camion, su una nave o su un treno dai genitori. La loro speranza è che, mandando i figli in Italia, seppure da soli, possano poi avere una vita migliore. Crediamo sia per via delle difficoltà economiche dei Paesi di provenienza”, spiega.

La vera emergenza è il loro inserimento scolastico. “Non si tratta solo di dare loro un’aula – evidenzia Stefano Verasari, direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale -, ma di assicurare anche un’assistenza psicologica e sociale”.

 

Fonte: Corriere della Sera