Brasile. Commissioni Giudiziarie Adozioni (Cejas): “Troppo poche le adozioni internazionali. Ridurre urgentemente burocrazia e costi”

ragazzi brasile 3La crisi delle adozioni internazionali preoccupa non solo i Paesi accoglienti, ma anche quelli di origine. Lo dimostra il recente caso del Brasile. Le autorità del grande Paese sudamericano hanno infatti espresso preoccupazione per il calo dei minori adottati da famiglie straniere e hanno sottolineato l’importanza di arginare questa crisi, ricorrendo, innanzitutto, a una riduzione della burocrazia e dei costi dell’adozione.

I numero dei bambini brasiliani accolti all’estero, negli ultimi anni, è effettivamente molto calato. Si è passati, infatti, dai 415 del 2009 ai soli 126 del 2014. In questi 5 anni il declino è stato costante, con una sola, effimera, leggera risalita nel 2011. Nel 2010 i minori carioca adottati da famiglie straniere furono 316, 335 nel 2011, 300 nel 2012 e 217 nel 2013, prima di arrivare al picco negativo del 2014. Soltanto 6 i Paesi accoglienti dei 126 bambini adottati nel 2014. La netta maggioranza di essi (97) è stato accolto in Italia. A seguire Francia con 15, Stati Uniti con 8, Spagna con 4, Andorra e Portogallo con un adottato a testa.

Della preoccupante situazione dell’adozione internazionale in Brasile si è discusso nel corso della 19esima Riunione del Consiglio delle Autorità Statali Brasiliane, che si è tenuta a Salvador, capitale dello Stato di Bahia, il 16 e 17 aprile. In questa sede, i rappresentanti delle Commissioni Giudiziarie di Adozionea livello statale (Cejas) hanno discusso i dati forniti dalle statistiche e le possibili modalità di intervento per arginare la crisi.

Particolarmente forte il richiamo del ministro capo della Segreteria dei Diritti Umani della Presidenza della Repubblica, Pepe Vargas. “Dobbiamo ridurre la burocrazia e i costi dell’adozione – ha detto Vargas, alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina ricevuta dalla presidente Dilma Rousseff. Abbiamo la missione di dare l’opportunità di tornare in famiglia a bambini e adolescenti, attraverso dei genitori adottivi”.

Il calo dei minori adottati è stato sottolineato in particolare dal segretario esecutivo del Consiglio, George Lima, che ha evidenziato come in Brasile ci siano “migliaia di minori in attesa di adozione”. “Una delle strade possibili è l’adozione internazionale – ha ricordato -, con  tutta la sicurezza giuridica e di protezione dei diritti dei minori”. Un’affermazione questa che, come dimostra anche l’attenzione per tutto il dibattito di aprile a Salvador, smentisce uno stereotipo che accompagna erroneamente il mondo dell’adozione: quello secondo cui i Paesi di origine dei minori non vedrebbero di buon occhio l’adozione internazionale.

Sul tema si è espressa anche la coordinatrice della Cejai della Bahia, il giudice Patricia Cerqueira de Oliveira. “Tutti noi – ha detto –, potere giudiziario, società civile, pubblici ministeri, Segreteria dei Diritti Umani, dobbiamo sforzarci di trovare una famiglia per i minori che si trovano ancora in istituto”. È necessaria quindi un’azione congiunta, ha auspicato il magistrato, per invertire la tendenza al calo delle adozioni internazionali.

Nel corso della riunione si sono discussi anche altri aspetti come il trattamento medico per i minori in attesa di adozione, i controlli delle organizzazioni che operano in Brasile nel settore delle adozioni e le procedure di adozione internazionale che interessano famiglie brasiliane che accolgono bambini provenienti da Paesi che non hanno ratificato la Convenzione dell’Aja.

Fonte: Liberdad News