Care, il futuro delle adozioni internazionali dal punto di vista delle famiglie

adozioni-internazionaliA fronte di un calo numerico delle adozioni realizzate in Italia nel 2014, non è migliorata la loro qualità. Di qui la necessità di intervenire  con proposte migliorative presso tutti gli attori del sistema italiano delle adozioni. Questo, in estrema sintesi, il contenuto del dossier Stato dell’arte sulle adozioni nazionali e internazionali dal punto di vista delle famiglie adottive italiane. Proposte procedurali e operative, pubblicato a fine 2015 dal Care, il Coordinamento delle Associazioni Familiari Adottive e Affidatarie in Rete.

Il rapporto presenta una fotografia aggiornata della situazione e delle problematiche legate all’attuale realtà delle adozioni nel nostro Paese e illustra una serie di proposte da attuare da parte dei principali attori del sistema.

La prospettiva è quella delle famiglie accoglienti, a cui danno voce le oltre 30 associazioni riunite nel coordinamento Care. I temi critici rivelati dalle famiglie hanno a che fare principalmente con la complessità delle prassi burocratiche, i tempi di realizzazione del progetto adottivo, i costi delle adozioni internazionali, la trasparenza del processo, il post adozione e la scuola. Pur in assenza di dati ufficiali relativi agli anni 2014 e 2015, infatti, sono molte le coppie che si sono rivolte proprio alle associazioni familiari segnalando le difficoltà riscontrate lungo il percorso adottivo e in particolare nel periodo di attesa.

L’adozione, ricorda il Care, è un vero intervento curativo e un fattore di protezione, come emerge da qualsiasi confronto tra i bambini adottati e i loro coetanei ancora in istituto. E ciò è vero da tutti i punti di vista: dalla crescita fisica all’autostima, dallo sviluppo cognitivo al legame di attaccamento. Per questo, portare oggi l’adozione al centro dell’attenzione delle istituzioni significa riconoscerne il valore quale strumento a favore dell’infanzia. “Questo è il motivo – si legge nel rapporto – per cui è necessario offrire un’attenta analisi sui percorsi da seguire per migliorare la realizzazione dell’adozione stessa dal punto di vista delle famiglie adottive che devono essere supportate al meglio da tutti gli attori del sistema”.

A cominciare dal mondo politico. Quella adottiva, si ricorda nel dossier, è al momento l’unica tipologia di genitorialità che in Italia non è supportata in alcun modo dallo Stato. Pertanto il rapporto del Care chiede al Parlamento, tra le altre cose, di provvedere alla stabilizzazione di una forma di sostegno alle famiglie, affinché la scelta adottiva sia realizzabile a prescindere dal reddito. Sempre in ambito politico, sarebbe fondamentale l’individuazione di un Ministero specifico e stabile che garantisca quella continuità della Commissione Adozioni Internazionali che è mancata negli ultimi anni. In seno alla Cai, ricorda il Care, resta ancora irrisolto, per quanto riguarda la rappresentanza dell’associazionismo familiare, “il problema dell’individuazione di parametri che garantiscano una scelta trasparente e rappresentativa a livello nazionale dei tre commissari familiari”.

Sul fronte degli enti autorizzati, il Care evidenzia come, a causa della pluralità di soggetti e la conseguente diversità dei contratti di conferimento incarico, spesso regni la confusione tra le famiglie al momento della scelta dell’ente o del passaggio da un ente all’altro. Largamente eluso, inoltre, l’obbligo per gli enti di pubblicare sui propri siti le informazioni su costi, procedure, coppie prese in carico, abbinamenti e adozioni effettuate.

Varie anche le proposte per snellire e rendere più trasparenti le procedure presso i Tribunali per i minorenni: dall’informatizzazione di questi alla costituzione operativa della Banca dati nazionale dei minori adottabili all’istituzione dell’avvocato per il minore in ogni Tribunale “per tutte le situazioni in cui sussista una procedura di allontanamento a carico della famiglia”.

Necessario un migliore coordinamento del lavoro di Regioni ed équipe adozioni. Il report Care raccomanda, a questo proposito, il rilancio dei Tavoli di lavoro in materia di adozioni internazionali, la valutazione dell’efficacia dei Protocolli regionali attuati, l’investimento nella formazione degli operatori regionali e la realizzazione di una sezione “adozione e affido” sui siti di ogni Regione.

Infine le proposte indirizzare ai ministeri. Sul fronte del Lavoro, una revisione della normativa sui congedi per malattia del bambino. Quindi la formazione dei dirigenti e degli insegnanti e la creazione di una rete di docenti referenti per l’adozione, nell’ottica di una reale attuazione delle Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati, entrate a far parte della nuova legge sulla scuola. Al ministero della Salute, il dossier raccomanda invece di provvedere a un’adeguata accoglienza sanitaria “presso servizi pediatrici qualificati, da effettuare subito dopo l’arrivo in Italia”.

 

Fonte: Care