Carta Famiglia, altra promessa rimasta sulla carta. Sberna (Ds-Cd): “Questo governo ha il disinteresse più totale per le famiglie povere con figli

sbernaLa Carta Famiglia, promessa dal governo un anno fa, è ancora un fantasma. E probabilmente rimarrà una promessa non mantenuta. L’ha fatto capire, neanche tanto velatamente, lo stesso ministro del Lavoro Giuliano Poletti, rispondendo, giovedì 3 novembre, a un’interrogazione del deputato Mario Sberna del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico, nel corso del question time a Montecitorio.

Oggetto del dibattito è la carta istituita dalla Legge di Stabilità varata a fine 2015 che avrebbe previsto sconti e agevolazioni alle famiglie con almeno 3 figli. Il regolamento attuativo sarebbe dovuto arrivare entro fine marzo, ma 7 mesi dopo non si è ancora visto. E alla vigilia della discussione della nuova legge di bilancio, della Carta Famiglia non c’è ancora traccia.

Tre le motivazioni addotte da Poletti per giustificare questo ritardo. In primo luogo il ministro ha fatto capire che la questione non è di sua competenza, “in quanto dal 10 febbraio 2016 la delega all’attuazione delle politiche famigliari è stata affidata al ministero degli Affari regionali e le Autonomie con delega alla famiglia”. Inoltre, Poletti rileva “notevoli difficoltà attuative della norma”: non sarebbe prevista una copertura a carico dello Stato nemmeno per l’emissione e la distribuzione della carta e quindi ci sarebbe bisogno di qualche operatore economico “interessato alla produzione e distribuzione dalla carta” per sopperire a quei costi. Infine, ha detto Poletti, sono già presenti sul mercato numerosi strumenti di pagamento dal costo modesto e aventi le medesime caratteristiche con sconti alle famiglie presso gli esercizi convenzionati”. Insomma, per il ministro, la nuova misura di sostegno ai nuclei più numerosi “rischia di rimanere sulla carta”.

“Sono semplicemente indignato”, ha commentato Sberna, che ha replicato così a Poletti: “Non mi venga a dire che tra i ministeri dello Sviluppo economico, dell’Economia e delle finanze, del Lavoro e delle politiche sociali e quello degli Affari regionali e della famiglia non siete capaci di mettere insieme un regolamento.

Secondo il deputato centrista, la mancata attivazione della Carta Famiglia “si deve al disinteresse più totale nei confronti delle famiglie povere con figli, già più volte dimostrata sia col bonus per le famiglie numerose, dimezzato e consegnato con un ritardo di un anno e mezzo, sia con il miliardo di euro di assegni famigliari non distribuiti e trattenuti dall’Inps”. Scelte di un governo che, d’altro canto, è riuscito, “per le associazioni Lgbt”, a trovare “tutto e subito”, mentre non è capace di “aiutare le famiglie con un Isee basso, con almeno 3 figli, le più povere di questo Paese?”

 

Fonti: Avvenire, Vita