Cerco famiglia: Deborah dal Congo, 6 anni: «Ebbene sì, sono sieropositiva, ma gioco a fare la mamma!»

Deborah è nata nel 2006 in Congo. La madre è morta un mese dopo la sua nascita. La bambina è entrata in un centro d’accoglienza in quello stesso anno, all’età di 4 mesi e mezzo, portata dal padre biologico. Tutte le informazioni sul decesso della madre e sulle condizioni generali di Deborah sono state fornite da lui, che ha chiesto al centro di prendersi cura della figlia perché era malato e avrebbe dovuto farsi curare.

Dopo aver lasciato la figlia, purtroppo non si è mai più fatto rivedere. L’équipe del centro ha effettuato diverse visite nel villaggio d’origine del padre senza purtroppo mai trovare traccia né di lui né dei parenti. Secondo l’autorità locale il padre dovrebbe essere deceduto a seguito di uno degli scontri armati scoppiati nella zona. La conclusione è che Deborah non ha una rete familiare su cui contare.

All’età di 6 mesi Deborah ha cominciato a manifestare diversi problemi di salute. Alla fine è stato scoperto che la bambina è sieropositiva. Inizialmente si pensava potesse essere una sieropositività neonatale, ma i sintomi non sono scomparsi e hanno continuato a manifestarsi in modo sempre più aggravato. Con ulteriori esami si è scoperto che era malata di HIV.

Isolato il problema, Deborah ha subito iniziato la terapia anti-retrovirale, tutt’ora in corso. E con ottimi risultati. La bambina ha risposto molto positivamente alla cura: sta bene e conduce una vita normale. Oggi si ammala difficilmente. È molto serena e allegra. Si relaziona in modo adeguato sia con gli adulti che con i coetanei. È ubbidiente con le educatrici e collaborativa. Gioca spesso a fare  la mamma con i pochi giochi che ha a disposizione, è molto creativa ed imita le educatrici del centro nel ruolo materno. Un aggiornamento dell’11 aprile scorso dichiara che Deborah frequenta la prima elementare, è una bambina sveglia intelligente e collaborativa e ottiene ottimi risultati a scuola.

L’accesso alle cure e a controlli medici regolari, che consentono a Deborah di condurre una vita assolutamente normale, in questo Paese non è garantito. La disponibilità di farmaci è condizionata dalla presenza di progetti specifici in loco e di finanziatori internazionali che sostengono i programmi: se il finanziatore pone termine al suo aiuto, tutto si interrompe e lo Stato non è in grado di intervenire. Anche per questo è fondamentale trovare una famiglia per Deborah, che possa amarla e proteggerla. Come è suo diritto.

Se volete rispondere a quest’appello, scrivete subito un’email ad ai@aibi.it o chiamate il numero 02.988221!