Ciao Italia, torno in Tunisia a far l’imprenditore!

piatti tunisia 200Imparare a fare impresa nel proprio Paese d’origine. E’ questo l’obiettivo di un progetto lanciato in Tunisia da un coordinamento di associazioni, formato da Amici dei Bambini, Cefa e Cestas.

Un ponte di solidarietà tra le sponde del Mediterraneo pensato per rinforzare la  società civile tunisina. Il progetto prevede la realizzazione di corsi di formazione per insegnare ai migranti di ritorno come dar vita a un’ impresa.

Dopo le ondate regolari di emigrazione verso l’Europa, che hanno caratterizzato gli ultimi trent’anni, la crisi economica che sta attraversando il vecchio continente sta rimescolando gli assetti demografici esistenti.

Non sono pochi i tunisini che stanno rientrando in patria. Ma in Africa si imbattono in non poche difficoltà per trovare un nuovo lavoro. Una difficoltà dì’inserimento analoga a quella che i loro figli incontrano a scuola. In particolare nella periferia di Tunisi vi è una forte concentrazione di disoccupazione, e la difficoltà maggiore sta nell’ identificare i soggetti bisognosi: il tessuto di welfare associativo è ancora molto debole , e va fatto un lavoro di base.

In passato le associazioni erano uno strumento di controllo, utilizzate dal regime per limitare la libertà di pensiero e impedire lo sviluppo di idee antigovernative. Dopo la primavera araba il mondo dell’associazionismo è esploso in una nuova ‘primavera’: la rivoluzione del non profit. Gli italofoni della Tunisia per esempio si sono organizzati con l’obiettivo di diventare protagonisti di rapporti d’amicizia tra le due sponde del Mediterraneo. Lo scopo è quello di consolidare i legami tra i due popoli, favorendo gli scambi e sostenendo il dialogo interculturale, soprattutto tra i giovani.