Cina, dal terzo figlio in poi scatta l’adozione coatta

cinaIn Cina la procreazione resta un affare di Stato. Meno di 12 mesi dopo il via libera al secondo bambino, dopo anni di figlio unico imposto per legge, arriva ora una nuova decisione del governo di Pechino che si preannuncia molto pesante per le famiglie. Fatta salva la possibilità di fare 2 figli, che dal 2020 si tradurrà in piena libertà riproduttiva, dal terzogenito in poi i genitori saranno costretti a dare in adozione il figlio “in più”. Insomma, il bebè “in esubero” andrà a chi non ha eredi.

L’obiettivo dichiarato è quello di dissuadere i ricchi, che possono permettersi di pagare multe anche salate, dall’infrangere subito la legge del doppio figlio, cavandosela con una semplice ammenda. Chi aveva violato la legge del bebè unico non ha certo fatto fatica a ignorare anche quella sul doppio neonato. Il risultato sono state migliaia di famiglie con 3 figli e altrettante infrazioni sanate con la multa. Ora, con la nuova legge, molto più severa, prima di generare un terzo figlio, le coppie cinesi dovranno pensarci bene. Non si tratterà più di pagare una somma in denaro, ma di perdere definitivamente il proprio bambino.

Ciò che ha spinto Pechino a prendere una decisione così grave è stata la necessità di fare andare la politica demografica a braccetto con quella economica. Se non si ponessero dei limiti alle nascite, infatti, milioni di bambini non sarebbero nelle condizioni di vita e non avrebbero opportunità di istruzioni adeguati all’immagine che il Paese vuole dare di sé al mondo. Dal terzo figlio in poi, le famiglie cinesi si troverebbero in condizioni di povertà, provocando il fallimento di uno dei principali obiettivi del governo di questi anni: ingigantire la classe media e aumentare i consumi interni. Inoltre, secondo Pechino, per sfamare più bocche, i genitori dovrebbero lavorare entrambi: per farlo, sarebbero spesso costretti a emigrare nelle città, abbandonando i bambini nei villaggi in compagnia degli anziani. Dopo il secondo figlio, quindi, come afferma il dipartimento per il controllo delle nascite, le possibilità sono 2: essere milionari o, di fatto, distruggere la famiglia.

I governi cinesi hanno sempre dedicato un’attenzione particolare alla politica demografica, con cambi di rotta a ogni cambio di generazione dei leader. Con Mao Tse Tung, nessun limite alle nascite: con il risultato che ogni anno i cinesi aumentavano di 30 milioni. Con Deng Xiaoping arrivò la legge del figlio unico: e in 3 decenni, il Paese è diventato quello con il tasso di invecchiamento più alto al mondo. Poco meno di un anno fa, il nuovo contrordine: via libera al fratellino o alla sorellina per il primogenito, con l’obiettivo di scongiurare l’estinzione degli han, l’etnia maggioritaria nel Paese. E ora è scoccata l’ora dell’allontanamento coatto del terzo figlio.

 

Fonte: la Repubblica