Colombia: 35 mila bambini vittime di sfruttamento sessuale

colombia violenzeCapita spesso che membri delle gang abusino delle ragazze. Io sono stata violentata quando avevo 5 anni. Mia mamma era a lavoro e anche mio padre, e mia sorella maggiore era fuori a studiare. Quindi ero rimasta con mio zio e le mie sorelle. Ha dato da mangiare a loro, ma non a me. Poi io e le mie sorelle siamo andate a letto per il riposino post pranzo ma io non riuscivo a dormire. Allora mio zio mi ha portata nella sua camera da letto e ha abusato di me. Il giorno dopo, mentre mia madre mi aiutava a farmi il bagno, si è accorta di alcune macchie di sangue e mi ha chiesto cosa mi fosse successo. Io le ho raccontato tutto. E lei ha subito denunciato mio zio, l’ha fatto arrestare e l’ha mandato in galera, da cui però è scappato poco dopo. Ora vive per strada. È davvero difficile spiegare come ci si senta …la scuola mi ha aiutata molto con un supporto psicologico ma non ho ancora superato la cosa. Non riesco a dimenticare. Cerco di provare ad essere come gli altri, ma è difficile”.

A dirlo è Sandra, 15 anni, che vive in una zona della Colombia famosa per la presenza di gruppi armati, combattimenti e violenza.

In questo Paese latino americano, si stima che siano dai 20.000 ai 35.000 i bambini vittime di sfruttamento sessuale, conseguenza diretta della cultura della violenza e della povertà causata dal conflitto armato.

Più della metà delle vittime di abusi viene aiutata dal Comitato Internazionale della Croce Rossa che ha avviato un programma specifico per i bambini violentati.

Le adolescenti costituiscono il gruppo più a rischio, considerato lo sviluppo fisico della loro età. Sono particolarmente esposte a diversi livelli di abuso. Dalla violenza in sé, allo sfruttamento sessuale, ai matrimoni precoci o forzati, fino alle gravidanze indesiderate. Ma nemmeno i bambini più piccoli sono immuni a questo orrore.

La denuncia, poi, costituisce un’altra grande problematica. Se pensiamo quanto per un adulto sia difficile riportare alle autorità competenti tale esperienza, figuriamoci per un minore. Spesso, infatti, come nel caso di Sandra, sono poi le mamme, o gli adulti che lo circondano, ad accorgersene e a indagare e fare domande. Altre volte, invece, chi commette il crimine viene colto sul fatto, fermato, e denunciato dai testimoni oculari.

I bambini che non riescono a raccontare l’accaduto si portano dentro di sé il peso indicibile di un’esperienza lacerante che influenzerà per sempre la loro vita e le loro relazioni sociali con i pari e con gli adulti. È fondamentale, invece, che questi crimini vengano denunciati per poter poi prendersi cura dei bambini e per cercare di aiutarli attraverso il supporto psicologico, lasciandoli raccontare, o esprimersi in altre forme, attraverso il disegno, o la danza.