Come sopravvivere a 5 anni di età nelle foreste del Nepal

nepal_rauteMedicina moderna contro quella tradizionale.

È il secolare dilemma delle popolazioni nomadi che, nonostante la diffusa industrializzazione e globalizzazione, hanno deciso di vivere in comunità isolate, in mezzo alle foreste, a contatto con la natura, seguendo l’esempio dei propri avi. E rifiutando categoricamente quanto di buono o di cattivo provenga dalla modernità.

È quanto deve aver pensato anche il capo della comunità etnica Raute, un gruppo nomade nepalese che vive nelle foreste della parte ovest del Nepal, che ha vietato a più di 20 bambini del suo gruppo, al di sotto dei 5 anni, di prendere capsule di vitamina A e medicinali contro i vermi intestinali somministrati dalle autorità competenti.

Secondo le indicazioni del Governo, un team di operatori sanitari dell’ufficio provinciale della Sanità è stato inviato a recarsi nella zona Kalimati, in Salyanm, a metà aprile, per somministrare queste medicine alla comunità Raute. Gli adulti però, hanno rifiutato categoricamente di accettare tale distribuzione, affermando che sarebbe stato contro la loro cultura, che prevede invece l’uso esclusivo di rimedi a base di erbe naturali.

Gli operatori sono stati così costretti a rientrare alla base senza aver portato a termine il compito, pur avendo insistito e tentato, in tutti i modi, di trovare un accordo, arrivando persino a proporre la somministrazione delle medicine in cambio di un aiuto economico. Ma il rifiuto è stato irremovibile.

Riportatevi indietro le vostre medicine e dateci piuttosto dei soldi! La nostra gente è da tanto tempo che fatica a trovare qualcosa da mangiare. I vostri medicinali non sazieranno nessun affamato” ha detto il capo della comunità, Bahadur Shahi, aggiungendo: “Non arrabbiatevi! La nostra gente non può prendere i medicinali che ci avete portato. Abbiamo fatto tornare indietro anche la squadra del dottore che era venuta qui prima di voi, con lo stesso obiettivo”.

La comunità Raute, attraverso il suo leader, ha spiegato di voler seguire la tradizione e i dettami dei suoi avi, che non avevano mai assunto nessun tipo di farmaco.

Il loro rifiuto rappresenta per noi una grande sfida. Dobbiamo escogitare un nuovo piano per riuscire a convincerli. E’ necessario per garantire condizioni di vita migliore, in special modo ai bambini“, ha concluso Basanta Shrestha, responsabile di educazione sanitaria presso l’ufficio sanitario distrettuale.

Chi vincerà questo duello fra modernità e tradizione?