Con meno Enti Autorizzati, controlli più diretti ed efficaci

Buongiorno,

nella proposta di modifica della legge di Ai.Bi. c’è il passaggio della CAI sotto il Ministero degli Esteri, con ben altro “peso” politico, oltre che con la possibilità concreta (finalmente!) di attivare le nostre rappresentanze all’estero per controllare le attività e le credenziali dei referenti degli Enti (Kirghizistan, dice qualcosa?), collaborare direttamente con le autorità estere anche in materia di progetti di sostegno contro l’abbandono, verificare sul campo la regolarità delle documentazioni dei bimbi e, magari, supportare ed aiutare le coppie durante la loro permanenza.

Fantascienza? Forse, ma ci sono paesi che lo fanno!

Certo una cosa non quadra: Ai.Bi. propone anche di diminuire i costi accorpando gli Enti e, appunto, di aumentare l’efficienza della CAI portandola sotto il Ministero degli Esteri.

A quel punto la CAI avrebbe meno Enti da controllare (meno enti = più controllo) ed avrebbe il potere (attraverso le ambasciate) di controllare anche il loro operato all’estero.

Di conseguenza potrebbe valutare in maniera molto più efficiente ed efficace di oggi gli enti stessi.

Ma…strano…un ente che propone una riforma per rendere migliori i controlli di chi è deputato a controllarlo? Ma allora…forse…la domanda reale da porsi è: chi ha veramente “la coda di paglia” su questo argomento? Ai.Bi. non mi sembra…

Giorgio

 

 

 

Antonio CrinòBuongiorno Giorgio,

la ringrazio innanzi tutto per le parole di stima verso Ai.Bi., ovviamente fanno piacere.

Non siamo certo in grado di fare una graduatoria delle “code di paglia”. Tuttavia, allo stesso tempo, non vogliamo stancarci di provare a ragionare insieme sul futuro delle adozioni internazionali.

Vediamo perché.

In un momento di profonda crisi come quello attuale, in cui diminuiscono fortemente sia i minori accolti sia le famiglie disposte ad accoglierli, conviene a tutti gli Enti autorizzati capire come dare un futuro sostenibile all’adozione internazionale, non solo perché ciò è innanzi tutto nell’interesse dei minori che attendono una famiglia, ma anche perché così gli Enti stessi, più prosaicamente, assicurano la propria sopravvivenza nel tempo.

E, per arrivare a un futuro davvero sostenibile, è indispensabile, tra le altre proposte contenute nella riforma che sosteniamo, anche un controllore, che, messo pienamente in condizione di sviluppare la sua funzione, possa spingere i controllati, cioè gli Enti autorizzati, a diventare sempre più efficaci, efficienti e trasparenti.

Non diciamo questo perché riteniamo di essere perfetti: dobbiamo, come tutti, lavorare sodo e migliorare ancora molto. Diciamo questo perché riteniamo che un sistema adeguatamente controllato diventa sempre un sistema migliore nel suo complesso e questo giova a tutti: alle famiglie adottive, ai loro figli, agli Enti autorizzati.

D’altra parte, può essere un’alternativa mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi piuttosto che cercare di costruire l’adozione internazionale che verrà? Per un Ente autorizzato la risposta può essere positiva solo se l’ormai famosa coda di paglia è per qualcuno di noi così ingombrante da rendere l’alternativa dello struzzo l’unica via percorribile.

Non vogliamo credere a questa possibilità.

Per questo continueremo a proporre le nostre idee di riforma, lieti naturalmente se altre proposte concrete verranno, fino a che non riusciremo a farci capire meglio di quanto evidentemente siamo riusciti a fare finora.

Antonio Crinò

Direttore Generale di Ai.Bi.