Congo: al ritmo del tamburo, Ai.Bi. canta i diritti dei bambini

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Il 16 giugno si è rinnovata la tradizionale Giornata del Bambino Africano: un’occasione per ricordare il sacrificio di centinaia di piccoli sudafricani a Soweto, nel 1976, e per riflettere sulla situazione dei diritti dei bambini in Africa. Per l’occasione, Amici dei Bambini ha organizzato, in quasi tutti i centri per minori orfani e abbandonati in cui è presente in Africa, delle attività particolari pensate appositamente per questa festa. Di seguito riportiamo il racconto della giornata del 16 giugno in uno di questi centri, nella Repubblica Democratica del Congo.

 

 

Abbiamo approfittato della ricorrenza della Giornata del Bambino Africano per organizzare un momento di festa per tutti i piccoli ospiti di una delle strutture sostenute da Amici dei Bambini nella Repubblica Democratica del Congo. Negli ultimi tempi i cambiamenti sono stati tanti per i bambini e la giornata è servita loro per giocare, divertirsi e aprirsi agli altri.

Alle 15 circa noi operatori siamo arrivati al centro. Diversamente da ciò che accade solitamente, i bambini non sono accorsi a salutarci e a prenderci per mano: “Che strano!”, abbiamo pensato .

Entrando, davanti a noi abbiamo visto tutti i bambini seduti e composti ai loro tavoli. Con un grande sorriso ci hanno urlato “Ciao! Come va?”, in italiano.

La parte più in alto del cortile era stata tutta allestita con tavoli e sedie colorate, mentre nella parte inferiore, di fronte al cancello d’ingresso, era stato ricavato uno spazio centrale che, nel corso della giornata, si sarebbe trasformato in pista da ballo, mentre sulla sinistra erano già pronte le ragazze del catering solidale, che avevano portato grandi quantità di cibo.

I bambini erano già impazienti di incominciare la festa, ma prima di dare inizio al banchetto, era previsto un importante momento di riflessione: le nostre assistenti sociali si sono messe subito al centro del gruppo di tavoli a spiegare a tutti il perché di una festa dedicata proprio ai bambini africani. I piccoli ospiti della struttura si sono subito resi conto dell’importanza delle parole delle assistenti sociali. Così si è parlato di quel lontano 1976 in Sudafrica e dei diritti dei bambini ai giorni nostri, soprattutto in relazione a ciò che ognuno di noi può fare affinché le cose possano cambiare. Al termine della “lezione”, è stato chiesto ai bambini di ripetere le informazioni che più li avevano colpiti e a ognuno di loro che si proponeva di parlare veniva cantata una canzoncina molto bella e gioiosa.

Al termine del momento didattico, già incitati dalla canzoncina, i bambini sono corsi sulla “pista da ballo” e si sono cimentati in canti e danze. In particolare i maschietti hanno iniziato a sfidarsi in pista unendo balli tradizionali congolesi a passi di break dance… fino ad arrivare a imitare Michael Jackson, scatenando gli applausi dei presenti.

Alla fine tutti quanti si sono uniti alle danze. Tutti i bambini hanno dato l’idea di essere davvero felici e trovarsi bene nella casa, di iniziare a conoscersi l’uno con l’altro e ad aiutarsi a vicenda.

Al termine delle danze, è iniziato il pranzo: riso , fufu , pesce, carne e verdure . Prima i più piccolini e poi i più grandi, tutti in fila ad aspettare il proprio turno.

I più grandi sbuffavano un po’, temendo di rimanere senza pollo o senza riso, ma è stato spiegato loro che dare spazio ai più piccoli significa difendere i loro diritti e non schiacciarli con la legge del più forte: i grandi hanno capito e quando è arrivato il loro turno si sono resi conto che il cibo era tanto e ce n’era per tutti. Anzi, hanno potuto beneficiare di qualche pallina di fufu in più!

Ai tavoli nel frattempo sono state distribuite le bibite zuccherate e il silenzio è calato su tutto il centro. Gli unici rumori per qualche minuto sono stati quelli dei cucchiai che sbattevano sui piatti.