Congo: Jean, il suo primo paio di scarpe lo indossa ora, dopo 13 anni di vita per strada

Dalla nostra operatrice sad in Congo:
La Settimana scorsa mi sono recata presso il Centro Mheed e, mentre mi avvicinavo all’ufficio del coordinatore per ricevere informazioni in merito ad alcuni bambini per i quali stiamo facendo le indagini sociali, ho incontrato Jean, un ragazzino di 13 anni circa, che è arrivato da pochi giorni presso l’istituto.

L’ho trovato solo, rannicchiato all’angolo di un’abitazione, che piangeva. Vista la situazione, mi sono subito avvicinata al bambino per comprendere quale fosse il problema e in che modo potessi aiutarlo. Subito Jean mi ha spiegato che era arrivato al Centro solo qualche giorno prima e che non conosceva ancora nessuno, salvo due o tre coetanei che tuttavia non riusciva a trovare. Il centro Mheed, infatti, è molto grande (quasi 10 ettari di estensione) e le abitazioni sono sparse da una parte e dall’altra delle colline, separate da un piccolo fiumiciattolo che vi scorre nel mezzo. Effettivamente, se non si conosce bene il luogo, può diventare difficile ritrovare le persone che si stanno cercando.

Mi sono dunque offerta di aiutare Jean a cercare i suoi amici e abbiamo quindi iniziato a fare il giro dei dormitori per vedere se fossero lì. Non appena ci siamo messi a camminare, ho notato che Jean si muoveva con un po’ di difficoltà. Gli ho chiesto allora quale fosse il problema e lui, togliendosi le scarpe, mi ha fatto vedere che aveva un po’ di vesciche ai piedi, le quali gli procuravano fastidio quando doveva camminare. Gli ho consigliato quindi di togliere le scarpe e di usare solo delle ciabatte, ma Jean ha risposto fermamente che non voleva sbarazzarsi delle scarpe perchè era la prima volta in vita sua che ne riceveva un paio: avendo vissuto quasi sempre in strada, le scarpe per lui erano diventate un bene inaccessibile.

Mi ha risposto dunque che preferiva tenersi il male ai piedi piuttosto di non utilizzare le scarpe che gli aveva fornito l’operatore del centro che lo ha accolto.

Tutto ciò può sembrare bizzarro, ma per un bambino che ha dovuto passare degli anni in mezzo alla strada, alcuni benefici che un centro come il Mheed fornisce ai suoi bambini possono sembrare dei grandi doni. Sappiamo che sarà difficile, ma speriamo di riuscire a trovare qualche parente di Jean in grado di poterlo accudire, così da non avere assicurati solo i beni materiali (come le scarpe donategli dal Centro), ma soprattutto il calore e l’affetto che solo una famiglia può dare.

Se vuoi sostenere Jean e altri ragazzi come lui sottoscrivi un sostegno senza distanza in Congo da 50 euro sul sito www.sostegnosenzadistanza.it o scrivici una mail all’indirizzo sad@aibi.it. LEGGI TUTTO…