Convegno Oltre l’Aborto, Marco Carretta di Ai.Bi.G: “Se tu fossi un giovane abbandonato, come ti sentiresti?”

Il Convegno Oltre l’aborto è alle porte. Vedrà la partecipazione dei giovani di Ai.Bi.G. il cui coordinatore, Marco Carretta, ci ha rilasciato un’intervista.

Portare anche in Italia l’adozione del nascituro. Che ne pensi?
Penso che sia la vera soluzione all’aborto. Come l’abbandono, nel quale il figlio si vede negato il diritto alla famiglia, nell’aborto il figlio si vede negare la vita, un diritto fondamentale. Bisogna prendere in considerazione questo prezioso strumento: nell’aborto c’è sempre una quantità di egoismo che non tiene conto del volere del nascituro. Nell’adozione, per fortuna, non è così.

A che punto siete con Ai.Bi.G.?
A buon punto! Dagli otto giovani che eravamo due anni fa, quando abbiamo iniziato, oggi siamo più di 80 in tutta Italia e siamo riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Il viaggio in Bolivia, lo scorso luglio, è stato decisivo.

Quali, le sfide che vi attendono?
La prima è sicuramente consolidare il gruppo e la nostra mission. Per molti ragazzi è ancora difficile comprendere quello che stiamo facendo e la motivazione che ci anima. Si domandano perché andiamo in giro a parlare di abbandono e di adozione ai giovani come noi. Gli stessi nostri amici che hanno sperimentato a loro volta l’adozione non riescono a sentire le ragioni del nostro impegno. Me lo spiego con la loro giovanissima età: abbiamo parlato molto con ragazzi di 15, 16 anni, forse è ancora troppo presto per loro, non sono ancora maturi per comprendere la nostra attività di testimonianza. Non è facile, anche perché viviamo in una società in cui il singolo pensa per sé, e non all’altro.

Avrai notato che, anche a livello ministeriale, il parere dei ragazzi adottati non è tenuto in conto. Ci riferiamo alle nomine CAI.
Ho saputo. Il viaggio in Bolivia è stato importante proprio per questo: lì ho visto proprio il contrario, vedere giovani adottati che vengono chiamati dalle autorità a ricoprire ruoli di rappresentanza. Forse in Italia ignorano che ci sono gruppi di giovani figli adottivi…

Una nuova legge sulle adozioni può cambiare le cose?
Sì. E non tanto dal punto di vista legislativo, quanto sotto un altro aspetto: iniziare a far riflettere tante ragazze e ragazzi.

Che appello vuoi fare ai giovani come te?
Ai giovani, di non rimanere nel loro orticello e di aprire un po’ gli occhi: specialmente al giovane adottato vorrei dire: hai avuto questa fortuna! Non ti chiedo di rimboccarti subito le maniche, ma di avere una visione più ampia. Sono in 168 milioni i ragazzi abbandonati di tutto il mondo. Agli adulti, poi, direi: a chi crede nell’accoglienza, non mollate mai. E a chi non ci crede, dico: se tu fossi un giovane abbandonato, come ti sentiresti?