Covid: arriva la quarta ondata. Vaccini: terza dose a 5 mesi dalla seconda

Aumentano i contagi e, mentre l’Austria entra in lockdown, in Italia tornano le prime “zone rosse”. Sul fronte vaccini: ok del ministero all’anticipo della dose booster a 5 mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale

La quarta ondata del Covid, in Italia e in Europa, è ormai una realtà con la quale tutti i governi e i cittadini stanno facendo i conti. I contagi salgono dappertutto, trascinati da un virus che è esponenzialmente più contagioso rispetto a quello di inizio pandemia e che, secondo molti esperti, dobbiamo ormai iniziare a considerare come una di quelle malattie che inevitabilmente, prima o poi, colpisce tutti, con pochissime eccezioni. Da qui le possibili alternative: o ci si immunizza con il vaccino, o la si fa perché ci si ammala, con tutti gli enormi rischi che ben si conoscono.
Ne sa qualcosa l’Austria, giusto per fare l’esempio al momento più eclatante: Paese con la percentuale di vaccinati tra le più basse d’Europa e da ieri ufficialmente in lockdown.

Quarta ondata: i vaccini sono l’arma essenziale di difesa. Terza dose dopo 5 mesi

La notizia positiva e che differenzia alla radice la situazione odierna da quella di un anno fa, è che adesso i vaccini ci sono e funzionano, e quando il loro effetto inizia ad affievolirsi, la terza dose è indispensabile per riportare l’efficacia a percentuali elevate.
Terza dose che, secondo l’ultima circolare del Ministero della Salute, arrivata dopo l’OK di Aifa e CTS, può essere somministrata già dopo cinque mesi dalla seconda (o dall’unica dose, nel caso del vaccino Jhonson & Jhonson). La norma dovrebbe essere trascritta in Gazzetta Ufficiale nella giornata di martedì 23 novembre ed entrare in vigore il 24 novembre.
La decisione era stata anticipata dal Ministro durante l’incontro con le Regioni, perché ancora una volta è chi si trova a dover gestire quotidianamente la situazione sul territorio il più sensibile e sollecito nel chiedere provvedimenti rapidi e più stringenti.

Quarta ondata Covid: tornano le prime zone rosse

D’altra parte, sono proprio i territori che si ritrovano, poi, a dover ordinare eventuali chiusure quando la situazione si fa più preoccupante. Succede in Alto Adige, dove un’ordinanza del presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher ha introdotto la “zona rossa” per 18 comuni.
I tre parametri che hanno fatto scattare le restrizioni sono: un’incidenza settimanale di 800 nuovi casi ogni 100 mila abitanti; una copertura vaccinale inferiore al 70%; un numero di persone positive superiore a 5. Le restrizioni prevedono il ritorno del coprifuoco dalle 20 alle 5; la chiusura delle attività di ristorazione dopo le 18 (e comunque, anche prima di quell’orario, è consentito unicamente il servizio al tavolo per un massimo di 4 persone), la chiusura di palestre, piscine, discoteche, cinema e teatri; l’obbligo di mascherina anche all’aperto se non si può mantenere il distanziamento di un metro; l’obbligo di indossare la mascherina di tipo Ffp2 sui mezzi pubblici.
Tutte cose, purtroppo, già sentite. Di “non sentito” rispetto a prima, sull’altro versante, c’è la possibilità di vaccinarsi. E davvero si fa sempre più fatica a capire perché in tanti sembrino preferire ancora le restrizioni.