Covid. La variante Delta fa ritornare i colori, la quarantena e nuove regole per il Green Pass

Il tasso di positività è tornato sopra l’1% e, con lo spauracchio della variante Delta, Governo e ISS stanno pensando a stringere un po’ le maglie delle aperture e ripensare l’uso del Green Pass

Dopo tante ipotesi, trattative, piattaforme elettroniche e metodi di elaborazione… il Green Pass europeo, a poche settimane dal debutto, rischia già di dover cambiare.
La colpa, ancora una volta, è della variante Delta, che anche in Italia ha fatto risalire il tasso di positività sopra l’1%.

Controllare i nuovi focolai e incentivare le vaccinazioni

Come segnalato dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, bisogna riuscire a controllare i nuovi focolai, il tutto mantenendo la priorità di raggiungere la più elevata copertura vaccinale possibile.
I dati, infatti, dimostrano che tra chi ha fatto il ciclo vaccinale completo, il tasso di mortalità è quasi pari a zero e la copertura contro l’infezione sfiora l’80%. Da qui l’idea di estendere la necessità del Green Pass anche per l’accesso a luoghi finora “liberi” e, soprattutto, l’ipotesi di rilasciarlo unicamente dopo la seconda dose di vaccino e non, come ora, già dopo la prima.

Naturalmente viene esclusa l’ipotesi di eliminare l’obbligo di mascherina al chiuso. Anzi, l’idea è di intensificare i controlli anche all’aperto per verificare che siano rispettate le distanze minime senza le quali, va ricordato, la mascherina rimane obbligatoria.

Tornano i “colori” per le regioni e 5 giorni di quarantena per chi rientra da Paesi a rischio

L’aumento dei contagi fa tornare d’attualità il tema dei “colori” delle regioni, con il Ministro della Salute che sta valutando se modificare alcuni parametri per la classificazione dei rischi. Al momento, come riporta il Corriere della Sera, l’ipotesi più accreditata è di “mantenere il calcolo dell’Rt — l’indice di contagiosità — sul numero di sintomatici modificando quello relativo ai tamponi effettuati che consente la permanenza in fascia bianca… con l’introduzione dell’obbligo di effettuare ogni settimana almeno 150 test (preferibilmente molecolari) ogni 100 mila abitanti”.
Altra ipotesi sul tavolo è quella di introdurre 5 giorni di quarantena obbligatoria per chi rientra da Paesi come Spagna e Portogallo, dove l’aumento dei contagi è notevole. Una misura già applicata per il Regno Unito e che fa scorta di quanto successo l’anno scorso, quando il “liberi tutti” dell’estate aveva portato a un settembre, e un autunno, di pesanti restrizioni.