Dalla crisi delle nascite a quella dell’adozione: l’Italia non sa fare più figli!

Si è celebrata il 20 Novembre la giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, il Ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali hanno voluto ricordare l’anniversario della Convenzione Onu per i diritti del fanciullo dell’89 in un contesto molto particolare, quello del Laboratorio – Museo di arte Sperimentale a Tor Bella Monaca, sicuramente uno dei Municipi più difficili di Roma Capitale.

La mattinata è stata dedicata dai relatori a un serio ragionamento sui diritti dei bambini al tempo della crisi. Da più parti viene richiamata la necessità di una revisione della legge sull’adozione e l’affido che hanno cambiato volto nell’ultimo decennio.

Tutti gli interventi hanno riportato “lo spaccato di un mondo che ha avuto un corto circuito” afferma la Presidente Mussolini, in uno Stato che invece dovrebbe “garantire il nucleo familiare e sperimentare ogni forma di mediazione familiare prima di togliere i bambini alla famiglia”, riportando alla luce il protagonismo dei nonni.

Il Ministro Riccardi esamina una ad una le gravi carenze italiane, dalla povertà minorile – materiale e di opportunità, all’immigrazione, alla emarginazione delle periferie, alla difficoltà di saper parlare ai giovani: “mancano sani modelli di riferimento, cresce un ribellismo sterile e seducente”.

Riccardi pone urgente la necessità di resuscitare il tessuto comunitario e il sentire sociale, rivendicando il diritto dei bambini e dei giovani di essere protagonisti, di fronte a una situazione attuale dove gli adulti sono affetti da protagonismo a tutti i costi.

Il Ministro lamenta la corsa contro il tempo che questo Governo sta facendo, cercando però di lasciare al futuro una visione prospettica di una società a misura di bambino.

Il Sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra rileva come il grave problema del nostro paese sia la demografia debole, con un fortissimo gap tra figli desiderati e figli messi al mondo, per carenze non solo economiche ma di servizi; per di più di fronte a una sempre maggiore polverizzazione dell’istituto della famiglia.

Il Garante Nazionale Vincenzo Spadafora esamina la situazione difficile che oggi ci troviamo ad affrontare, a partire dalle lungaggini burocratiche che hanno rallentato il suo insediamento e l’esercizio della sua funzione, che è quella di aiutare i vari soggetti ad interloquire in favore del minore e dell’adolescente. Attacca il Governo che oggi, per questioni burocratiche, non ha ancora approvato la campagna di sensibilizzazione che i suoi uffici stanno promuovendo: mentre tante reti stanno dando lo spot, la RAI non lo sta mandando in onda perché mancano le autorizzazioni.

Un appello forte del Garante va al volontariato, che si impegni perché quanti scenderanno in campo nelle elezioni si assumano delle responsabilità concrete nei loro programmi.

Ricchi di freschezza e di visione futura sono gli interventi che vengono dal territorio, dal preside del Liceo “Amaldi” Fabio Cannatà e di una sua studentessa Laura Chen Sarno. Entrambi più che di bisogni parlano della domanda del territorio, della grandissima voglia da parte dei giovani di sentirsi parte attiva dei processi decisionali che li riguardano.

La giovanissima Laura inoltre pone la questione bruciante della cittadinanza ai figli degli immigrati, affinché possano sentirsi parte attiva della società civile.

Forti ed incisivi gli interventi dei parlamentari della Commissione Infanzia e Adolescenza.

L’Onorevole Pagano denuncia l’origine dello“sboom” demografico, mostrando il grave errore culturale insito nel falso teorema maltusiano secondo cui troppi figli sono indice e rischio di povertà. Al contrario, evidenzia Pagano “se non si fanno figli ci si impoverisce” e prosegue sottolineando come l’errore sta nell’insistere sul potenziamento delle Strutture, che generano assistenzialismo e clientelismo, quando invece bisognerebbe dare risorse alle famiglie.

Tra tutti spicca, per forte disincantato realismo e grande preoccupazione, l’intervento della Senatrice Serafini che afferma: “riconosciamolo, siamo ancora molto lontani da mettere al centro il bambino”. La senatrice tocca una per uno tutte le criticità che riguardano il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, con dati alla mano.

Di fronte alla denuncia della mancanza dei fondi e della grave arretratezza italiana rispetto al sistema Europa , amara è la sua constatazione: “la convenzione Onu dell’89 manca dei supporti necessari per poterla attuare”. La Senatrice si chiede se sia davvero colpa di un’ assenza di consapevolezza, dove invece alcuni diritti sono stati deliberatamente elusi, lì dove altri paesi riescono a fronteggiare la crisi e a rispondere ai diritti dei bambini con politiche pubbliche.