Utero in affitto: la condanna internazionale della Dichiarazione di Casablanca

100 medici, giuristi, psicologi e sociologi di tutto il mondo hanno firmato la Dichiarazione di Casablanca: una presa di posizione netta contro la pratica dell’utero in affitto nel mondo

C’è chi sull’Utero in Affitto non ha mai avuto dubbi sullo schierarsi dalla parte dei contrari, denunciando da sempre una pratica degradante e lontana da qualsiasi idea di maternità che si avvicina molto di più a quella di “produzione” e di commercio. Con il crescere del dibattito delle ultime settimane, tanti altri si sono aggiunti al coro delle critiche, dall’attuale governo a parte dell’opposizione, fino alla CEI.
Ora è la volta di 100 tra medici, giuristi, psicologi e sociologi di 75 nazionalità che, riunitisi in Marocco, hanno firmato la Dichiarazione di Casablanca: un documento in cui si chiede la condanna di tutte le modalità e le forme “remunerate o meno” di utero in affitto, sottolineando come tale pratica mini “la dignità umana” e contribuisca “alla mercificazione di donne e bambini”.

Le raccomandazioni della Dichiarazione di Casablanca per abolire l’Utero in Affitto

La dichiarazione, pur tenendo in considerazione “la sofferenza delle persone che non possono procreare”, formula anche alcune raccomandazioni per gli Stati. La prima, va da sé, è quella di vietare sul proprio territorio la pratica dell’utero in affitto. Inoltre – riporta l’Osservatore Romano: “Rifiutare qualsiasi valore legale ai contratti in tale ambito; prevedere sanzioni sia per gli intermediari tra madri surrogate e aspiranti genitori, sia per chi ricorre a questa pratica all’interno del proprio Paese o all’estero”.
Infine, la Dichiarazione di Casablanca suggerisce un provvedimento che è quello al quale sta lavorando proprio in questi giorni anche il Parlamento italiano: dotarsi di uno strumento giuridico “che porti all’abolizione universale della maternità surrogata”.