Dopo l’accordo Boschi & Carfagna per poche centinaia di unioni gay, milioni di famiglie si interrogano: “Quando un ‘patto del Nazareno’ anche per l’adozione internazionale?”

senatoNel 2023, l’adozione internazionale, anziché festeggiare i 40 anni della sua legge, la 184 del 1983, rischia di celebrare il suo funerale. Stroncata dal crollo della disponibilità delle famiglie italiane ad accogliere minori stranieri. I dati, infatti, ci dicono che le domande di adozione sono 500 in meno ogni anno. Si sono più che dimezzate dal 2004, quando le aspiranti coppie adottive furono addirittura 8.274, al 2014, quando le richieste di idoneità sono state solo 4.015, stando ai dati raccolti in 25 Tribunali per i Minorenni su 27. Di questo passo, quindi, l’adozione internazionale ha vita breve.

Dati sotto gli occhi di tutti, ma di cui, però, c’è qualcuno che sembra non accorgersi. È il mondo della politica che, per quanto riguarda la realtà della famiglia, è impegnato su tutt’altri fronti.

Come quello delle unioni civili. Sull’onda del referendum popolare irlandese che ha dato il via libera ai matrimoni fra omosessuali, il premier Matteo Renzi ha immediatamente ricordato che “l’Italia ha una proposta di legge presentata dalla senatrice Cirinnà” e che questa “sarà votata tra luglio e settembre”. Un ddl certamente diverso dal modello irlandese – perché esclude la possibilità di adozione, se non quella del figlio del proprio partner -, ma che interessa pur sempre poche centinaia di persone. Mentre l’adozione internazionale, ex fiore all’occhiello della società italiana, riguarda potenzialmente 170 milioni di bambini abbandonati, 5 milioni e 300mila coppie italiane sposate e senza figli e migliaia di famiglie a cui probabilmente la voglia di accoglienza non manca, ma sono scoraggiate da tempi biblici, costi alti, trafile burocratiche infinite, “processi” selettivi. Tutti problemi a cui nessuno, in Parlamento, sembra intenzionato a cercare una soluzione.

Quel Parlamento che invece, quando si parla di unioni civili, pare avere una gran fretta di fare approvare una legge in materia.

Tanto che anche le anime opposte della nostra politica riescono a trovare un accordo. Sta nascendo in questi giorni, infatti, una sorta di “patto del Nazareno” sulle unioni civili. Anziché Renzi e Berlusconi, a portare avanti questo accordo ci sono il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e l’ex titolare delle Pari Opportunità Mara Carfagna. Ma è chiaro che la prima, del Partito Democratico, si muova per conto del premier e la seconda, di Forza Italia, abbia la delega del leader dell’opposizione. Entrambe sembrano intenzionate a portare avanti il progetto che condurrebbe alla regolamentazione delle unioni civili. Disposte anche ad affrontare le resistenze nei rispettivi partiti: da una parte la forte anima cattolica interna al Pd, in cui non tutti apprezzano il ddl Cirinnà, e dall’altra il dissenso di alcuni esponenti come il senatore Lucio Malan, che ha presentato circa 700 emendamenti al progetto di legge in discussione in Commissione Giustizia.

Sia Boschi che Carfagna non stanno perdendo occasione di far sentire la propria voce a favore delle unioni civili. L’esponente di Forza Italia porta avanti i diritti degli omosessuali da quando era ministro, lavorando a braccetto con le associazioni gay. Il ministro Dem, che sulla questione non si era mai pronunciata, non ha esitato a intervenire all’indomani del voto irlandese: “Dopo la pausa per le elezioni regionali ripartirà in Parlamento il dibattito sulle unioni civili, ha annunciato.

Mentre una proposta di riforma della legge sull’adozione internazionale giace in Commissione Giustizia da due anni e i numeri dei minori accolti e delle famiglie disposte ad accogliere crollano inesorabilmente. Ma di un patto del Nazareno davanti a questa situazione drammatica non ce n’è neppure l’ombra.

 

Fonte: Corriere della Sera