Draghi alla Camera: “È tornata l’emergenza immigrazione: urge una soluzione europea”

Al 22 giugno 2021, triplicati gli sbarchi di migranti rispetto al 2020: 19.320 rispetto ai 6.184. Nel 2019 erano “solo” 2.397. Occorre ampliare la buona prassi italiana dei corridoi umanitari

Questa mattina, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi è intervenuto alla Camera, in merito alle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo, che si terrà il 24 e il 25 giugno. Tra i principali temi in agenda: la ripresa economica, la pandemia da coronavirus, il green pass, ma anche la gestione dei flussi migratori, argomento che, come sottolinea Draghi: “Torna ad essere in agenda al Consiglio Europeo su precisa richiesta dell’Italia”.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno, In Italia, dal 1° gennaio 2021, al 22 giugno 2022 sono sbarcati 19.320 migranti. Un numero tre volte superiore a quello registrato nello stesso periodo del 2020, nel quale si erano registrati “solo” 6.184 sbarchi e a quello del 2019 con 2.397 arrivi.

Serve una soluzione europea

“Come ho dichiarato in passato – sottolinea il Presidente del Consiglio alla Camera- il Governo vuole gestire l’immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea.
Occorre un impegno comune che serva a contenere i flussi di immigrazione illegali, a organizzare l’immigrazione legale e aiutare questi Paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace. E penso, ovviamente, in modo particolare alla Libia.
Un migliore controllo della frontiera esterna dell’Unione può essere la base per un piano più ampio che comprenda anche il tema dei ricollocamenti.
Tra i Paesi dell’Unione, esiste un’ampia convergenza sull’esigenza di superare il Regolamento di Dublino. Si tratta di una convenzione concepita in una diversa fase storica, adatta semmai a gestire numeri più contenuti.
Al momento, però una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri. Serve un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo.
Il Patto sulla Migrazione e l’Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva, ma il negoziato sul Patto dimostra che c’è ancora molto lavoro da fare”.

L’importanza della collaborazione in particolare con i Paesi africani

“Attualmente – dichiara Draghi- sta emergendo un terreno comune tra gli Stati europei su diversi aspetti fondamentali. Tra i 27 Stati Membri ci sono punti di convergenza innanzitutto sul riconoscimento delle rotte migratorie come parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea. Intendiamo intensificare in tempi rapidi, partenariati e forme di collaborazione con i Paesi di origine e di transito, in particolare con i Paesi africani. Lo scopo è quello di evitare perdite di vite umane ma anche di contrastare le partenze illegali, nonché di ridurre la pressione sui confini europei”.

Favorire un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari

Vogliamo che il Consiglio promuova un’azione più incisiva sui rimpatri -rimarca il Presidente- anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari. Attualmente, noi credo siamo i protagonisti per corridoi umanitari (ci sono pochissimi altri Paesi che li fanno ) e devo dire ,seppure nella ridotta dimensione , che li facciamo bene…” .

Ai.Bi. da anni sostiene la necessità di estendere, in maniera regolare, la pratica dei corridoi umanitari, in modo particolare per l’accoglienza protetta e sicura dei minori stranieri non accompagnati. Solo in tale maniera è possibile consentire ai rifugiati di entrare nel nostro Paese in maniera protetta, a bordo di regolari voli di linea, garantendo ai minori soli non accompagnati una migliore integrazione grazie ad un sistema di accoglienza diffusa: famiglie tutor e affidatarie, percorsi di accompagnamento con psicologi, mediatori culturali e figure specializzate di supporto.

Per ascoltare il discorso completo del presidente Mario Draghi: QUI