Famiglie numerose. Dal 1 luglio arriva- ma non per tutti – l’assegno unico: che fine farà “l’assegno per il terzo figlio?”

Con lo slittamento al 2022 della partenza dell’assegno unico nella sua completezza, da luglio dovrebbero partire delle misure “ponte”, valide solo per alcune situazioni. Al momento, però, sono più i dubbi che le certezze, specie per le famiglie numerose

Al primo di luglio, ormai, manca poco più di un mese: burocraticamente parlando, è dietro l’angolo, visti i tempi a rilento della pubblica amministrazione. Eppure, nonostante questo, sul tanto famigerato assegno unico, sbandierato dagli ultimi tre governi e da quello attualmente in carica più volte citato come una delle principali riforme “pronte a partire”, ancora non si hanno certezze.

Famiglie numerose: assegno unico subito, ma solo per alcuni. Gli altri? Dal 2022

O meglio, una certezza c’è, ed è che da luglio l’assegno unico non partirà nella sua completezza. Per quella bisognerà attendere il 2022. A luglio dovrebbero cominciare a vedersi alcune misure “ponte” destinate ad allargare la platea che riceve attualmente gli aiuti e, nelle promesse del governo, a dare già qualcosa in più ad alcune tipologie di famiglie. Solo, non si capisce ancora bene quali. Insomma, l’impressione è che se, al di là dei proclami e degli annunci, si guarda in concreto cosa viene fatto per aiutare le famiglie e combattere la denatalità… la situazione non sia troppo rosea.

Prendiamo, per esempio, le famiglie numerose, ovvero le prime che la nuova misura dovrebbe aiutare, ma che, in realtà, sono quelle più incerte nel capire se realmente la riforma le favorirà o non sarà, invece, controproducente. Le dichiarazioni della Ministra Elena Bonetti dicono che “nessuno ci rimetterà”, ma, per esempio, per quanto riguarda l’assegno per il terzo figlio, misura attualmente in essere e destinata a venire assorbita dall’assegno unico, i destini non sono chiari.

Come funziona, oggi, l’assegno per il terzo figlio alle famiglie numerose

La domanda per questo contributo va fatta “entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui si matura il diritto a ricevere l’assegno”. Al momento, quindi, nulla cambia, ma è chiaro che le famiglie che ne hanno diritto siano un po’ in apprensione per capire se e come la misura sarà ricompresa nell’assegno unico.
Al momento, il contributo spetta a tutte le famiglie con almeno tre figli minorenni a carico (compresi i figli minori ricevuti in affidamento preadottivo) e il cui ISEE non sia superiore a 8.788,99 euro.
L’importo viene calcolato su 13 mensilità per un valore che, nel 2021, è rimasto invariato rispetto all’anno precedente: 145,14 euro. La sua effettiva erogazione avviene, però, in due rate: a metà gennaio e alla metà di luglio. La domanda va fatta al Comune, ma i soldi vengono poi erogati dall’INPS, e anche questo è un meccanismo che andrà capito come gestire quando arriverà l’assegno unico.

Insomma, sulla carta e stando alle dichiarazioni le famiglie non dovrebbero preoccuparsi. Ma non devono nemmeno mettersi a fare i conti precisi su quanti contributi potranno ricevere l’anno prossimo, perché, al momento, vale quello che cantava Lorenzo de’ Medici: “di doman non c’è certezza”. Più difficile, pensando alle famiglie numerose, concordare anche con il verso precedente del componimento: “Chi vuole esser lieto, sia”.