Dalla fuga alla speranza: la scuola incontra i minori stranieri non accompagnati

Educare all’inclusione partendo dai banchi di scuola: il percorso Con Tatto di Ai.Bi. Amici dei Bambini aiuta i ragazzi a comprendere le sfide affrontate dai loro coetanei in fuga da guerra e povertà

Quando si entra nelle scuole con un progetto tutt’altro che semplice, i professori hanno delle aspettative, e noi, operatori del terzo settore, ne abbiamo altre. C’è il timore che l’argomento possa non essere ben percepito e compreso da bambini di dodici anni. E invece…! I ragazzi di seconda media accolgono con grande interesse ciò che abbiamo da raccontare, soprattutto quando riguarda loro coetanei o poco più grandi. Il tema li incuriosisce profondamente, li spinge a riflessioni inaspettate e la mattinata si conclude con tutti che escono dall’edificio scolastico carichi di entusiasmo e ottimismo per il futuro. Viene spontaneo pensare: “Se queste sono le nuove generazioni, siamo destinati a essere un popolo felice!”

Chi critica i giovani si sbaglia: si dimostrano appassionati e sensibili

La sede veneta di Ai.Bi. Amici dei Bambini porta avanti da alcuni anni, in collaborazione con il Comune di Venezia, il progetto Percorso Con Tatto. L’iniziativa mira a sensibilizzare i minori del territorio su temi legati all’educazione civica, al rispetto e alla cittadinanza attiva, promuovendo il volontariato e la partecipazione al mondo dell’associazionismo. Uno degli argomenti che ha maggiormente interessato i professori è stato “Minori stranieri non accompagnati: quali buone accoglienze”, rivolto sia agli studenti delle scuole secondarie di primo che di secondo grado.

Le classi ripercorrono i viaggi dei MISNA

Una delle caratteristiche di questo percorso è la sua concretezza: accompagna i ragazzi veneziani nel viaggio della speranza che molti minori affrontano per trovare salvezza nel nostro Paese. Si parte dal Pakistan, dal Mali, dalla Siria, dal Kosovo… per arrivare al confine italiano, dopo tentativi di approdo, viaggi e difficoltà che nessun ragazzino dovrebbe mai subire! Per circa tre ore, la classe ascolta, osserva e si immerge, attraverso immagini, video e racconti, nelle esperienze dei Minori Stranieri Non Accompagnati. Questi giovani, dopo un peregrinare estenuante, trovano finalmente un po’ di ristoro, dopo aver vissuto sulla propria pelle la crudeltà e il dolore di un mondo spesso spietato. L’unica loro “colpa”? Essere nati nella parte più povera del mondo.

I nostri ragazzi comprendono subito il “perché” delle discriminazioni e trovano la cura

Ragionare con i dodicenni veneziani aiuta a guardare con ottimismo al futuro. Questi ragazzi sanno bene che nascere in un Paese dove regnano la pace e la democrazia è solo una questione di fortuna. Non tutti i loro coetanei, nati in Asia, in Africa o al di là delle coste dell’Adriatico, possono dire lo stesso. I minori che fuggono dalla violenza cercano la stessa serenità che per noi è un diritto acquisito. I ragazzi lo capiscono e dimostrano di avere un cuore aperto, pronto ad accogliere chi ha bisogno di aiuto.

Le azioni concrete di Ai.Bi. per i MISNA

Una parte fondamentale del progetto è l’incontro con il responsabile di una comunità di accoglienza per adolescenti. Questo momento permette ai ragazzi di conoscere da vicino come Ai.Bi. supporta i nuovi arrivati, aiutandoli a sentirsi a casa e a rassicurare i propri cari rimasti in Paesi in difficoltà. Davide, uno degli operatori, ha raccontato ai nostri studenti cosa significa per questi giovani poter finalmente dormire in un letto comodo, farsi una doccia calda, avere cibo e vestiti a disposizione dopo un viaggio disperato. Poter confidarsi con qualcuno che ascolta senza giudicare, parlare delle proprie paure e dei brutti sogni ricorrenti è un sollievo immenso per loro. Sapere di non essere più soli e che esiste qualcuno disposto ad aiutarli è il primo passo per ricominciare a sperare. Un’accoglienza umana e solidale è possibile: per questi ragazzi significa trovare finalmente un porto sicuro dopo un viaggio lungo e pieno di pericoli, affrontato con la sola speranza di sopravvivere.

La speranza trova casa in Amici dei Bambini

Ai ragazzi viene presentato il mondo di Ai.Bi. e i suoi servizi, tra cui il “Pan di Zucchero”, un luogo pensato per chi accoglie e chi deve essere accolto. Un crocevia di storie, una rete di opportunità, un punto di partenza per nuove esperienze di vita condivise. Un’accoglienza fatta di azioni concrete e di ascolto, perché nessun bambino o adolescente debba mai sentirsi solo al mondo.