Galantino: “Equiparare le unioni civili al matrimonio è un uso improprio e ideologico della legge”

galantinoIl Disegno di legge Cirinnà, approvato giovedì 26 marzo dalla Commissione Giustizia del Senato, fa già discutere. Il suo intento principale – quello di dare vita in Italia alle “unioni civili”, equiparandole di fatto al matrimonio con l’unica eccezione delle adozioni – ha provocato la reazione della Chiesa. Sul tema è intervenuto il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Sua Eccellenza monsignor Nunzio Galantino che, durante la conferenza stampa di venerdì 27 per la presentazione del comunicato finale del Consiglio episcopale permanente, ha affermato: “Ancora una volta è in atto un tentativo di equiparare realtà che di fatto sono diverse tra loro. “La famiglia – ha spiegato Galantino – è una realtà storicamente, culturalmente e antropologicamente definita. Oggi, col ddl Cirinnà, si farebbe una forzatura ideologica per introdurre realtà diverse come fossero uguali”. Si tratterebbe, quindi, per il segretario generale della Cei, di un uso “improprio e ideologico” dello strumento giuridico. Da qui l’invito invece a riconoscere le differenza, senza pretese di fare del “terrorismo linguistico, confondendo il doveroso rispetto dei diritti con una forzatura giuridica”. Questa, per Galantino, è una tentazione sempre in agguato per arrivare a un’equiparazione forzata, utilizzando strumenti impropri”.

Partendo da questo tema, i commenti dell’ex vescovo di Cassano Jonio sono passati ad analizzare un altro delicato argomento: quello della “colonizzazione ideologica del gender nelle scuole italiane”, sul quale nei giorni precedenti era intervenuto anche il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. A questo proposito, Galantino ha sottolineato che “non è un caso che ci sia stato chi ha voluto introdurre in maniera scorretta e surrettizia nella scuola certi testi”. Tutti siamo d’accordo con la necessità di combattere il bullismo, ha spiegato, ma non è corretto mettere in atto determinate azioni senza interpellare i genitori. “Oggi non solo la Cei – ha evidenziato Galantino -, ma tutti gli uomini di ragione lo comprendono. E la Chiesa italiana intende fare la sua parte”. Sulle attività concrete da avviare in questo senso, infine, il segretario generale della Cei ha spiegato che si intende “formare persone a decidere se, attraverso una mobilitazione, si risolve il problema oppure avendo docenti capaci di rispondere con la testa a certi tipi di problemi. Se la cultura è questa – ha concluso – allora la bella notizia è che la Cei è impegnata non da oggi su questo tema, come mostrano i tanti testi sul gender. La cultura è un primo passo.

 

Fonte: Avvenire