Il grido dei careleavers italiani alle istituzioni : “Nessuno diventa adulto a 18 anni, Non è giusto chiederlo a noi!”

La sede del CNEL è stata la tavola rotonda dell’incontro che si è tenuto ieri, 17 luglio 2017, tra il “Care Leavers Network” e le istituzioni.

Di chi stiamo parlando?  Parliamo di circa 100 ragazzi tra 16 e 24 anni, provenienti da sei diverse regioni italiane, ma uniti nella prima rete nazionale, che hanno voluto presentare alla politica temi ancora non affrontati: chi sosterrà i ragazzi cresciuti in affido o in comunità al compimento dei 18 anni?”.

L’iniziativa, dal titolo: In viaggio verso il nostro futuro. L’accoglienza ‘fuori famiglia’ con gli occhi di chi l’ha vissuta”, promossa dall’Associazione Agevolando e dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha fatto in modo che i ragazzi esprimessero opinioni sul loro vissuto, raccontassero esperienze ed esprimessero alle istituzioni le preoccupazioni sul loro futuro. Quali sono le raccomandazioni dei ragazzi? Dalle relazioni con le famiglie d’origine al rapporto con educatori e assistenti sociali, il difficile passaggio verso la maggiore età è riassunto dai ragazzi nel semplice ma quanto mai efficace: “Nessuno diventa adulto a 18 anni, Non è giusto chiederlo a noi!”.

 Bisognerebbe dunque muoversi “un po’ prima”, nell’opinione dei ragazzi, e fare in modo che ognuno di loro possa ottenere un sostegno per completare gli studi, cercare una casa e un lavoro.  Conferma Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza: “Noi siamo qui per far sapere ai ragazzi che non sono soli … perché diventino serenamente gli adulti di domani”.

Tra le parole d’ordine, la partecipazione attiva dei ragazzi nelle decisioni politiche che li riguardano: questi ricordano infatti ai giornalisti di essere persone, e non notizie!

Il “tavolo dei negoziati” è stato anche il luogo in cui è stato possibile discutere e diffondere i dati raccolti da un sondaggio rivolto ai ragazzi: per il 94% di loro, l’esperienza in comunità è stata un’opportunità di cambiamento positivo.  I questionari, in totale 190, sottoposti ai ragazzi a seguito di una convenzione tra Agevolando e il Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata dell’Università di Padova ha raccolto anche delle criticità interessanti: il 53% dei rispondenti il percorso “fuori famiglia” non ha aiutato a migliorare i rapporti con la famiglia di origine mentre il 48% ha dichiarano che l’uscita dal percorso di accoglienza non sia stata pianificata in maniera sufficientemente graduale. Una larga fetta  non ha potuto beneficiare di un percorso di inserimento lavorativo/tirocinio al compimento di 18 anni.

Il problema dei “Care Leavers” è più concreto di ciò che si possa pensare sebbene passi quasi sempre in secondo piano rispetto ad altre urgenze italiane: non è così!

Questi ragazzi hanno voglia e capacità per costruirsi un futuro ma senza l’aiuto di nessuno il percorso che gli si para davanti risulta particolarmente tortuoso e complesso.

A diciotto anni nessuno dovrebbe essere da solo. “Bisogna investire su di loro –  continua Filomena Albano – e supportarli nel percorso di autonomia”. Questi ragazzi sono il futuro del Paese.